Nella manovra fondi per edifici, supplenti e disabili. Più soldi alle paritarie

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ROMACi sono 70 milioni in più per le scuole paritarie, nella manovra del Governo Meloni. Sono soldi che l’esecutivo guidato da Mario Draghi, che a sua volta ha aumentato il finanziamento per le private laiche e confessionali, aveva congelato. Ora il governo di destra, e il suo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, li rendono disponibili per il comparto.

Nei due anni di Covid le scuole paritarie sono state sottoposte alla pressione del calo degli iscritti e si stimano mille istituti-indirizzi chiusi nelle ultime cinque stagioni. Va anche sottolineato, tuttavia, che in dieci anni i finanziamenti di Stato alle private sono più che raddoppiati.

Sanità, scuola investimenti: i tagli occulti della manovra

Nel 2012 il contributo era di 286 milioni di euro. Nel 2017, governo Gentiloni, salì a 500 milioni. Con Draghi l’assegno statale alle scuole paritarie è arrivato a 556 milioni e quell’esecutivo ha lasciato in sospeso i 70 milioni che ora il governo in carica riporta nell’alveo privato facendo arrivare l’intero finanziamento a 626 milioni di euro.

Con questi 70 milioni previsti dalla prossima Legge di bilancio, il finanziamento dello Stato per ogni alunno che frequenta una paritaria passa da 500 euro a 765.

Nella “manovra di crisi” ci sono, comunque, 500 milioni di euro dedicati all’istruzione italiana: sono previsti aumenti per il Fondo di finanziamento delle istituzioni scolastiche, l’edilizia, storico vulnus, quindi il reclutamento del personale, il pagamento delle supplenze, il trasporto dei disabili (24 milioni) e il contrasto al cyberbullismo.

Non è molto, non consente di aprire una nuova prospettiva per l’istruzione del Paese, ma è in sostanziale linea con la disattenzione storica al comparto degli esecutivi italiani.

Il ministro Valditara, tra l’altro, ha sempre rivendicato petto in fuori l’aver chiuso un contratto di lavoro praticamente al suo insediamento, e in ritardo di tre anni, che prevede aumenti medi lordi per i docenti di 124 euro il mese.

Contro l’ulteriore assegno alle paritarie, per ora, protestano solo gli studenti. In particolare l’Uds scrive: “È inaccettabile che i soldi pubblici vengano investiti per sostenere strutture private invece di rendere davvero accessibili quelle pubbliche.

Nel 2019 il Pil investito nell’istruzione era sotto il 3,6 per cento. Pretendiamo un aumento al 5 cento per raggiungere, sulla scuola, i parametri della media europea. Vogliamo che sia avviata una fase di scrittura e approvazione di una Legge nazionale sul diritto allo studio. Il ministero e il governo hanno dichiarato di volerci ascoltare, che lo facciano”.

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