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Nella terra delle mandorle, tra latte, granite e trattorie siciliane

La Pizzuta di Avola è l’idea platonica della mandorla. Durissima. Allungata come un occhio mediorientale, appuntita come un grosso ago. Indispensabile per i confetti. Buonissima. Non c’è paragone con la californiana e la siriana.

Naturalmente la trovate su Internet, sotto vuoto, sgusciata, pelata e per mangiarla non c’è bisogno di vedere l’albero. Ma, se andate in Sicilia, vale la pena, lasciato alle spalle (di poco) il mare, addentrarsi in quel triangolo tra Avola e Noto dove nel caldo di luglio sentirete il rumore ritmico delle lunghe canne che battono con grazia i rami per la raccolta. Gesti antichi, da esperti, che la meccanizzazione non ha cambiato molto. La mandorla di Avola (anche se qualcuno protesta: è anche di Noto) è di tre tipi: Pizzuta, Romana (spesso se ne trovano due all’interno) e Fascionello, più piccola, meno elegante.

Dall’albero alla tavola: la mandorla di Avola dalla A alla Z

La raccolta, la smallatura (una prima pulitura) e la lavorazione manuale: in 15 scatti le varie fasi

Al Museo della Mandorla scoprirete un pezzo di storia contadina e visiterete il campo didattico con dimostrazioni di cucina: confetti, latte di mandorla e biscotti preparati “in diretta”. Se le date del vostro soggiorno coincidono, vi diranno anche dove è possibile assistere alla raccolta e alla lavorazione. La Pizzuta appena staccata dall’albero, prima dell’asciugatura, difficile da pelare, in bocca ha una freschezza emozionante. Da provare.

Museo della mandorla di Avola  Per una full Immersion nella campagna, è possibile dormire tra gli alberi dell’agriturismo Iuta Glamping & Farm, ultimo lembo del comune di Avola, ma più vicino a Noto (due km). Su tredici ettari di arance, limoni, lavanda e una poetica collinetta di mandorli, Elena Cicciò e Giulio Costa hanno sistemato cinque lussuose tende (trenta metri quadrati e dieci di veranda coperta) e a fine luglio saranno pronte quattro suite con piscinetta privata. Elena vi farà da guida: vi basta una chiacchierata a bordo piscina per avere le dritte. La famiglia Munafò, ad Avola, produce una meravigliosa pasta di mandorla naturale, non gli orribili panetti tutto zucchero, perfetta per dolci e gelati di qualità. Basta allungarla con un po’ d’acqua. A Noto, Mandorle Pagliarello, azienda nata nel 1923, confeziona mandorle con guscio o senza, tostate, salate, caramellate. E vende anche una finissima farina di mandorle per macaron (sì, sono arrivati anche qui), biscotti e torte (potete avere le ricette). Paolo Pagliarello è un vero appassionato.

Una delle tende dell’agriturismo Iuta Glamping & Farm, nel comune di Avola ma più vicino a Noto  

A Noto, impossibile rinunciare a un tavolo sul corso al Caffè Sicilia del maestro pasticciere Corrado Assenza, dove la mandorla si esprime nella sua forma migliore (latte di mandorla, granita di mandorla bianca e abbrustolita, bianco mangiare, torroni e deliziosi, indimenticabili dolcetti): potreste anche cenare così. La città è diventata mondana e i vecchi depositi di Pizzuta, Romana e carrube oggi sono locali di tendenza molto newyorchesi. Per dormire in centro, tra le varie opzioni c’è a Palazzo Tirigona, dimora nobiliare dei marchesi di Canicarao citati anche da Gesualdo Bufalino nel suo Museo d’ombre.  L’ex trattoria Crocifisso con lo chef Marco Baglieri ha ambizioni stellate: cappuccino ghiacciato al latte d’asina, uovo con spuma di caprino girgentano, verdure di campo.

Corrado Assenza, il grande saggio della pasticceria siciliana

Avola, tagliata fuori dall’autostrada (sulla vecchia provinciale era obbligatorio passarci), è meno affollata. Non ha lo stupefacente barocco di Noto ma può sorprendere per la varietà del paesaggio: laghetti gelati, cave (Cavagrande è un’esperienza), fiumi impetuosi per fare torrentismo. Posti insoliti per cenare come Ci: Vulia, in siciliano “Ci voleva”, ristorante non troppo turistico con pescheria annessa nella Borgata Marina Vecchia di Avola. Se volete mettere assieme terra e acqua il posto giusto potrebbe essere Masseria sul Mare, agriturismo (aperto dal 18 giugno) in una incantevole posizione davanti alla Riserva Naturale della Foce del Cassibile. Un piccolo sentiero tra i campi porta alla Spiaggia della Marchesa o del Gelsomineto, una lunga striscia di sabbia dorata, e alle Due Bolle, baia di ciottoli bianchi scavata tra due costoni di arenaria.

I fiori del mandorlo  Siete nella Sicilia dello sbarco americano nel 1943 e dell’armistizio. A Cassibile, la strada provinciale costeggia i magnifici mandorleti della Marchesa e il borgo rurale con la Chiesa, la Torre del Marchese e i magazzini da tempo abbandonati. Non lontano, in contrada Spinagallo, da Loman, Stefania e Valentina Loreto organizzano visite guidate per seguire le fasi della lavorazione della mandorla e forse qualcuno vi darà (senza le dosi esatte purtroppo) una ricetta del Settecento gelosamente custodita: la zuppa di mandorle e vongole. Al Consorzio della mandorla di Avola vi racconteranno tutte le storie possibili con legittimo orgoglio.

La lavorazione della mandorla negli Anni 60  Non resta che fare un tuffo nel mare caraibico di Vendicari. Per vivere la Riserva c’è Marianeddi, agriturismo che permette di raggiungere tre spiagge (Marianelli, Cala Mosche e Il Tellaro), di fare snorkeling e birdwatching. Dentro c’è anche un punto ristoro specializzato in granite alla mandorla (da provare) e pane di grani antichi. Alcuni, dopo questo giro, hanno deciso di restare.



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