“Niente protegge i giornalisti, moriamo uno dopo l’altro”: il reporter palestinese si toglie l’elmetto e la collega in studio si commuove

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“Non ce la facciamo più, siamo esausti. Verremo uccisi, la questione è solo quando”. È il drammatico racconto del reporter di Palestina tv in collegamento da un ospedale di Gaza, a poche minuti dalla morte del collega Mohammed Abu Hatab: “Questi DPI (dispositivi di protezione individuale) non ci proteggono. Niente protegge i giornalisti. Moriamo uno dopo l’altro. Mohammed era qui mezz’ora fa”, dice, togliendosi elmetto e giubbotto antiproiettile con la scritta Press, che dovrebbe garantire l’immunità ai giornalisti. Alle sue parole la collega in studio si commuove e piange. Secondo il Committee to protect journalists dall’inizio del conflitto sono 36 i giornalisti rimasti uccisi: 31 palestinesi, quattro israeliani e un libanese. Ventotto di loro sono morti a Gaza. Mohammed Abu Hatab è stato ucciso il 2 novembre nel corso di un attacco aereo israeliano a Khan Yunis. Nel raid sono morti anche 11 membri della sua famiglia, tra cui moglie e figlio

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