“Noi, i più bravi d’Italia sui banchi”. La sfida all’ultimo test dei futuri geni

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Partecipano a tutte le qualificazioni, prima a scuola poi a livello regionale, sino a quello internazionale, come gli atleti che sognano Tokyo. E salgono sul podio con la stessa gioia negli occhi, la soddisfazione per aver vinto nella loro vita o, almeno, di aver segnato un traguardo. Orgogliosi del proprio sapere, perché no, più che secchioni. Oltre centomila studenti partecipano alle Olimpiadi delle discipline promosse dal ministero all’Istruzione: matematica, fisica, filosofia, latino e greco, italiano, ma anche robotica, problem solving, economia e finanza. Ben 17 competizioni, anche a squadre o divise per biennio e triennio delle superiori. Un fenomeno in crescita, che coinvolge sempre più scuole, anche gli istituti all’estero: quest’anno si sono visti nelle finali italiane ragazzi che studiano ad Atene e New York. E si è piazzato tra i primi tre Gökçe Arslan del liceo italiano Imi di Istanbul. Coi partecipanti delle gare che si sono svolte a livello nazionale in questi mesi si complimenta il ministro Patrizio Bianchi: «Hanno dimostrato vitalità, spirito d’iniziativa, competenza. Hanno fatto capire che la scuola è sempre più viva all’interno della comunità».

Nelle competizioni, tenute a distanza, del 2021 è stato segnato anche qualche primato: il primo studente di un istituto tecnico che vince in filosofia, materia prevista solo nei licei; il boom delle ragazze nella competizione di matematica. Non che siano molte, il gap di genere nelle materie scientifiche continua a pesare, ma quest’anno sono arrivate alla gara individuale nazionale in 38 su 301 iscritti: un successo, considerando che anni fa erano 7-8. «Un primo segnale — sottolinea Bianchi — che dobbiamo cogliere e alimentare. Come ministero porremo particolare attenzione allo sviluppo delle discipline Stem a partire dall’infanzia, in un’ottica di interdisciplinarità e pari opportunità di accesso alle carriere».

Torino – Aron Fiore: “Ho battuto i liceali la filosofia è parte di me”

Ci si allena come nello sport, con corsi tenuti dai docenti al pomeriggio. Sandro Campigotto, professore del liceo di Gemona, ha allenato la squadra delle ragazze che ha sbaragliato alle Olimpiadi di matematica, sette studentesse, tutte motivate: «La formula a squadre permette loro di esprimersi al meglio, imparano insieme a non arrendersi di fronte a un problema difficile». Si vincono buoni libro, premi in denaro consegnati alle scuole, viaggi, l’ammissione a tirocini formativi. Ma il senso è partecipare per mostrare a se stessi quanto si vale: «Serve a comprendere i propri talenti, si tira fuori il meglio», spiega la referente Carla Guetti. Con un’espressione un po’ burocratica, si chiama valorizzazione delle eccellenze.

La soddisfazione per Aron Fiore è doppia. Ha conquistato il terzo posto alle Olimpiadi di Filosofia. Ma lo ha fatto infrangendo un tabù: è il primo studente di un istituto tecnico a battere i liceali. Ha fatto tutto da solo, perché non è una materia di studio nei tecnici, affascinato dalle lezioni del suo prof di Lettere Maurizio Piendibene. «Lui ha acceso la passione e io ho iniziato a studiare filosofia da solo» racconta. «Kant è il mio preferito per il suo invito ad osare ad essere saggio: sapere aude! Bisogna trovare il coraggio di fare uso del proprio intelletto». Aron, 18 anni, classe 5 A dell’Itis Pininfarina di Moncalieri, quel coraggio l’ha trovato. «Non serve il nozionismo, ma la ragione per ogni aspetto della vita. La filosofia ti allena al pensiero, all’uso della ragione che ti permette di non delegare, nemmeno alle macchine». Partecipare non è stato facile. «Mi sentivo svantaggiato, perciò ho scelto la prova in inglese, i liceali del classico avrebbero preferito l’italiano: avevo meno concorrenza». Quattro tracce in ambito etico, estetico, teoretico e politico. «Ho scelto il teoretico, più vicino al pensiero scientifico. Quando hanno comunicato i vincitori il vicepreside ha collegato la lavagna Lim alla premiazione: tutta la classe è esplosa. Cosa farò dopo la maturità? Ingegneria». Un ingegnere umanista. «Lafilosofia rimarrà una parte di me».

Vibo Valentia – Martina Greco: “La vittoria in latino riscatto per la mia terra”

«Non me l’aspettavo, ma per una provincia che è sempre tra le ultime in Italia questa mia vittoria è vissuta come un riscatto, finalmente qualcosa di bello». Martina Greco, 17 anni, frequenta il liceo classico Morelli-Colao a Vibo Valentia. È arrivata prima alle Olimpiadi di latino, una festa per la famiglia, la scuola, ma anche per tanti calabresi del suo Comune. «La cultura è il nostro riscatto», dice. Ha le idee chiare Martina, dopo il liceo vuole iscriversi a Medicina perché «il mio obiettivo è aiutare gli altri mettendo a frutto quello che ho imparato».

Si è appassionata al mondo antico grazie alla professoressa Caterina Scolieri. Catullo e Cicerone i suoi preferiti. Ha vinto perché ha fatto il miglior elaborato sull’amore in riferimento a Catullo. «Ho parlato delle sliding door dell’amore. Catullo fa riferimento alla passione umana come a qualcosa che salva, poi si sente deluso dalla vita e soffre per il tradimento di Lesbia». Si interessa anche di politica: «Simpatizzo per il partito socialista perché credo nella solidarietà, nella lotta alle disuguaglianze, valori che si stanno perdendo e che nei classici si ritrovano. I giovani? Non sono da condannare: la pandemia ha amplificato le difficoltà, vedo tanta freddezza nei rapporti, ma è la società che ci spinge a questo, siamo delusi dalla politica che ha messo in secondo piano la scuola».

Udine – Lucrezia Rainis: “I maschi e noi femmine uguali in matematica”

«Mi viene naturale e mi diverte». Per Lucrezia Rainis, 16 anni, la matematica non è mai stata un problema. «Lo so che non è così per tutti, la mia è una passione». Insolita per le ragazze, poco rappresentate nelle materie scientifiche. Ha vinto con altre sei studentesse del liceo scientifico Magrini Marchetti di Gemona (Udine), l’Olimpiade di Matematica a squadre, sezione femminile. «La nostra vittoria è la dimostrazione che non siamo da meno. Magari noi ragazze crediamo meno nella possibilità di farcela, e invece è solo uno stereotipo culturale che viene da lontano, le menti maschile e femminile sono allo stesso livello». Lucrezia è una che corre, tanta atletica, poi lasciata: «Troppo impegnativa».

Ma con la matematica è come stare in pista: «Anche se sei portato conta allenarsi». Lo hanno fatto a scuola, almeno una volta a settimana con i professori al pomeriggio. «Si è creato un bel gruppo, impari a lavorare confrontandoti con le altre, poi vai in gara, vinci e perdi insieme. All’inizio pensavamo di non farcela, eravamo sotto, poi risolvendo un esercizio dopo l’altro abbiamo scalato posizioni, negli ultimi dieci minuti abbiamo raggiunto il primo posto, poi confermato». Il suo sogno? «Girare il mondo. E lavorare per la Nasa. Samantha Cristoforetti è un modello per me».

Napoli – Marco Capatano: “La fisica mi affascina così capisco la realtà”

«Trovare modelli per descrivere la realtà, per capirla e prevedere cosa succederà: non è affascinante?». Marco Capatano, 18 anni, faceva i conti con suo padre nelle sfide a Monopoli da bambino, e senza calcolatrice. Cresciuto a pane e numeri, è un veterano delle competizioni olimpioniche in Matematica sin dalle medie: due medaglie di bronzo, una d’argento, menzioni speciali. Ma stavolta è arrivato l’oro in Fisica in una competizione tra 60 studenti di tutta Italia.

«Non è uno stress, c’è una preparazione dietro e questo è il senso di queste gare. E poi risolvere tutti i problemi ti realizza» racconta. I suo compagni di liceo, lo scientifico Elio Vittorini di Napoli, lo chiamano genio. «Mi stupisce chi trova la matematica difficile, ma è una questione di passione e allenamento, come quando gioco a basket». Ama i giochi da tavolo di strategia, ha viaggiato molto con i genitori. «Mi definisco totalmente europeo e mi piacerebbe vedere realizzata davvero un’Europa unita, una federazione di popoli. Invece con la Brexit sta accadendo il contrario». Ora punta alle Olimpiadi internazionali in Lituania. Ma prima c’è la Maturità. «Non mi spaventa, sarà un modo per concentrarmi sul test di ammissione». Dove? Normale di Pisa.

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