Nessun comunicato, nessuna dichiarazione ufficiale e, soprattutto, nessun candidato. È un insolito silenzio, quello del Movimento 5 Stelle, sulla scelta di non presentarsi per il collegio di Primavalle, a Roma. Lo è perché furono loro, nel 2018, ad aggiudicarsi il seggio per la Camera dei Deputati con il 34 per cento delle preferenze. Ma all’indomani della scadenza per presentare le candidature, ciò che filtra da ambienti grillini non è altro che una fila di no comment, oltre qualche vaga e informale presa di posizione.
Quella delle elezioni suppletive è una partita che in casa 5 stelle si intreccia con le elezioni comunali di inizio ottobre. Difficile che in Campidoglio non se ne sia parlato. Altrettanto difficile è che non ci sia stato un interessamento da parte dei vertici nazionali. Da fonti parlamentari emerge la ricostruzione che della partita si sia occupato Giuseppe Conte in persona, scegliendo alla fine per la non candidatura di un grillino. Certo è che ancora ieri sera, mentre si componeva il quadro di candidati nel collegio di Primavalle con la sola eccezione di quello M5S, anche Rocco Casalino, portavoce dell’avvocato e responsabile della comunicazione grillina in parlamento, sosteneva di non sapere nulla sulle suppletive.
Elezioni suppletive a Roma: la tacita resa dei 5S, nessun grillino in corsa al seggio di Primavalle
Rimane insomma ancora da spiegare perché dopo le elezioni di Emanuela Del Re nel 2018, questa volta i cittadini Primavalle non troveranno il simbolo dei 5 stelle sulla scheda elettorale. Dai ministri più vicini a Conte, come Stefano Patuanelli, è filtrata una considerazione sulla volontà di “non disperdere voti”. A vantaggio del candidato Pd Andrea Casu, si può ipotizzare. Ma questo non lo conferma nessuno né è chiaro cosa il M5S dirà agli elettori.
Un’ipotesi è che i casting andati in scena in casa grillina non abbiano saputo tirar fuori un profilo adatto per la corsa in Parlamento. In questo caso, il flop sarebbe stato assicurato e la manciata di preferenze ottenute dall’ipotetico esponente grillino avrebbe potuto inceppare la corsa di Casu. La sfida, infatti, si gioca sul filo dei voti: basta una sola preferenza in più rispetto a ciascun candidato per aggiudicarsi il seggio. In questo caso il centrosinistra parte avvantaggiato, vista la candidatura la candidatura di Luca Palamara e di Pasquale Calzetta, ex presidente di Municipio di Forza Italia. “Il mio orientamento politico non esclude nessuno”, dice il primo. Ma la verità è che la candidatura dell’ex magistrato potrebbe svolgere lo stesso affetto che avrebbe la corsa di un esponente grillino avrebbe avuto sul Pd: quello di “disperdere i voti”, appunto.
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