Nordio in Senato: “Non saranno toccate le intercettazioni su mafia e terrorismo. I boss non parlano al telefono”

Pubblicità
Pubblicità

“Non sarà mai chiarita abbastanza la differenza che passa tra le intercettazioni che mirano alla ricerca della prova rispetto a quelle che diventano esse stesse una prova”. Il Guardasigilli Carlo Nordio parla in Senato, e parte subito dalle intercettazioni per aprire la la sua prima relazione sullo stato della giustizia in Italia. Domani replicherà alla Camera. Ma il piatto forte sono le intercettazioni nel pieno delle polemiche esplose dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. E nello scontro tra i garantisti della maggioranza – Forza Italia – e i più giustizialisti, come Fratelli d’Italia, a partire dal sottosegretario meloniano in via Arenula Andrea Del Mastro Delle Vedove. La Lega più vicina ai meloniani che ai forzisti. Ma ecco il Nordio-pensiero. 

Le intercettazioni

Nordio chiarisce subito il suo pensiero sulle intercettazioni. E sgombra il campo dalle polemiche. “In questi giorni ho ascoltato quello che dice Shakespeare, e cioè che non sarà mai abbastanza ribadito che non ci saranno riforme che toccheranno le intercettazioni su mafia e terrorismo”. E ancora: “Non sarà mai chiarita abbastanza la differenza che passa tra le intercettazioni che mirano alla ricerca della prova rispetto a quelle che diventano esse stesse una prova”. E qui parte il primo applauso dell’assemblea. 

Nordio prosegue. “Quando dico che i mafiosi non parlano al telefono alludo al fatto che nessun mafioso ha mai manifestato la sua volontà di delinquere o ha espresso parole che siano la prova di un delitto in atto oppure in progressione o ancora programmato”. Nordio va avanti: “Le intercettazioni servono per seguire i movimenti delle persone sospettate di collegamenti con la criminalità, per il terrorismo e per i reati gravissimi. Servono per comprendere i rapporti occulti che legano le persone”. 

Nordio poi ribadisce di considerare “indispensabili” le intercettazioni preventive fatte dai servizi segreti e che non escono mai sui giornali. E poi ribadisce il suo affondo contro la diffusione degli ascolti: “Altro sono le intercettazioni che coinvolgono le persone non indagate, le quali, attraverso un meccanismo di divulgazione pilotata, offendono cittadini che non sono minimamente coinvolti nelle indagine. Come diceva Dante, spero di essere stato chiaro una volta per tutte” .

 

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *