Normalizziamo la taglia media. L’inclusività sta anche nel mezzo

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Meno di una plus-size, più di una slim. Dalla 44 alla 46-48, a seconda dei brand (o in base alla parte del corpo). Quella che alcune influencer stanno cercando di sottoporre all’attenzione dei brand di moda è la questione della ‘taglia media’, ovvero di quella tipologia di corpo in cui ricade una grossa fetta della popolazione femminile ma che viene spesso ignorata quando si parla di inclusività, in favore di un’estremismo estetico che passa dalla 54 alla 38 senza (o con poche) vie di mezzo.

L’inclusività nella moda ha fatto molti passi in avanti negli ultimi anni, specialmente per quanto riguarda le misure. È innegabile che spesso ci sia un’aura di retorica che poi non si traduce in reale cambiamento, ma è altrettanto vero che il dibattito sui corpi non-conformi ai canoni della moda tradizionale gode oggi di un’attenzione che fino a 10, 15 anni fa era impensabile. Le modelle cosiddette ‘curvy’, aiutate da quel gigantesco magnificatore di istanze che è il mondo social, sono oggi sempre più famose, sempre più rappresentate, e sempre più ammirate. Ma come giustamente fanno notare alcune di loro, è giunto il tempo di considerare realmente la gamma di tutte le fisicità, iniziando a dedicare più attenzione anche ad un altro tipo di corpo, probabilmente il più diffuso, ovvero la taglia media.

Come sostengono diverse influencer, la moda oggi ha come referenti i due estremi: la modella magrissima o la plus-size, mentre manca completamente la rappresentazione della donna che sta nel mezzo. Secondo un articolo di Vogue la voce di chi sta nella zona ‘media’ si sta facendo sentire sempre di più grazie a TikTok, social che insegue meno la perfezione rispetto a Istagram e il cui algoritmo consente di raggiungere un vasto numero di persone a prescindere da quanti followers si hanno. È anche per queste ragioni che le modelle mid-size utilizzano questo social che si rivolge soprattutto ai giovanissimi, ma non solo. Contemporaneamente sono ben visibili e attive anche su Instagram, che rimane il regno delle influencer.

Ma chi sono queste influencer mid-size? Ce ne sono parecchie, a cominciare da Lois Opoku, studentessa e fashion blogger berlinese che collabora con numerosi brand di lusso. Rae Ann Langas, ufficialmente ingaggiata come modella ‘curvy’, ma rappresentante (ci si definisce lei stessa) della mid-size. Noelle Downing, Courtney Quinn, Kristle Lauren, sono solo alcune delle influencer e modelle impegnate nell’estendere il discorso body-positive a tutti i tipi di corpo, e a dare consigli su come vestire se la propria taglia non è ascrivibile ad un preciso standard.

“La mia taglia normalmente non funziona” racconta la modella e influencer texana  Ali Tate a Vogue. “Le modelle taglia media hanno sempre dovuto perdere o aumentare di peso per lavorare. C’è sicuramente una battaglia da combattere per le donne dalla taglia 52 in su”, spiega Tate. “Però, se domandiamo inclusività non tralasciamo le taglie medie. Dobbiamo vedere l’intero spettro di ciò che è l’essere umano”.

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