Nuova strage nel Mediterraneo: in 43 annegano al largo della Tunisia, 14 cadaveri sulle spiagge libiche

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Ancora migranti che muoiono mentre provano a raggiungere l’Italia. In 43 sono annegati al largo delle coste tunisine. Quattordici cadaveri sono stati invece trovati sulla spiaggia di Zawia, in Libia: “Tra i corpi recuperati ci sono anche quelli di una donna e di un bambino”, scrive su Twitter Safa Masehli, portavoce dell’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni. “Un triste monito per ricordare che molte persone annegano nel Mediterraneo in naufragi invisibili, in assenza di un’efficace e responsabile ricerca e soccorso di Stato”.  

Medici senza frontiere rilancia: “Nei primi sei mesi del 2021 almeno 721 persone hanno perso la loro vita, con un incremento tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2020. Siamo di fronte a un’evidente realtà: mentre le navi umanitarie delle Ong sono bloccate, molte persone continuano a morire nel Mediterraneo”. Fra le navi bloccate c’è la GeoBarents di Medici senza frontiere, ferma al porto di Augusta dopo un’ispezione amministrativa durata 14 ore. “E’ la tredicesima volta in tre anni che l’Italia blocca navi umanitarie”, dice la Ong. 

Intanto, gli sbarchi non si fermano. Altri venti tunisini sono arrivati a Lampedusa. E’ il quarto approdo di oggi. A intercettare l’imbarcazione è stata una motovedetta della Guardia di finanza. Anche questo piccolo gruppo è stato portato all’hotspot di contrada Imbriacola, da dove sono stati trasferiti 231 migranti sulla nave quarantena Atlas, che ha ormeggiato a Cala Pisana. Dopo questo trasferimento, nella struttura di prima accoglienza sono adesso presenti 238 persone.

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