Nuovi sconti sulle accise della benzina e aiuti per famiglie e imprese: doppio Cdm per il governo

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Prima la conferma del taglio alle accise sui carburanti, poi l’esame del decreto con gli aiuti per le imprese e le famiglie alle prese con i rincari e gli effetti della crisi in Ucraina. La fitta agenda del governo si divide in due appuntamenti: una prima convocazione, per mezzogiorno, riguarda appunto il tema della benzina e del diesel. Poi nel pomeriggio ci sarà il nuovo pacchetto di interventi a sostegno dell’economia.

La proroga dello sconto sulle accise

La prima conferma attesa dal governo è dunque quella che riguarda lo “sconto” su benzina e diesel. Oggi (2 maggio) scadono infatti i precedenti interventi: è attesa una proroga che traghetti gli automobilisti fino al 30 giugno. Originariamente la misura fu introdotta per un mese, a partire dal 22 marzo. In quell’occasione, i tecnici stimarono in circa 600 milioni il costo dell’intervento, per un mese.

La misura prevede uno sconto di 25 centesimi sulle accise che gravano su diesel e benzina. Se si considera che l’Iva viene calcolata sul prezzo formato da accise più materia prima industriale, l’effetto complessivo per i contribuenti è calcolato in 30,5 centesimi al litro al distributore.

La novità attesa riguarda il metano, che finora era rimasto escluso: si attende un taglio da 30 centesimi.

Tra le misure accarezzate negli ultimi giorni, ma con il dubbio delle risorse disponibili, c’era anche la possibilità di istituire un fondo da indirizzare alle aziende dei trasporti locali, in modo che possano incentivare a loro volta con sconti gli abbonamenti ai mezzi di trasporto come tram e bus, o treni regionali. Un modo per sostenere questi mezzi alternativi all’auto e non penalizzare chi li usa.

Sulla rete dei carburanti, in attesa dei nuovi interventi, intanto la consueta rilevazione di Quotidiano energia segnala netti rialzi, dopo che le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo che hanno chiuso venerdì in salita per il diesel. Già nel fine settimana si è registrato un ritocco verso l’alto di due centesimi sui prezzi raccomandati di entrambi i carburanti da parte di IP. Più nel dettaglio, in base all’elaborazione di QE dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise aggiornati alle 8 di ieri, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1,798 euro al litro (1,783 il valore precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,792 e 1,814 euro al litro (no logo 1,784). Il prezzo medio praticato del diesel self aumenta a 1,815 euro al litro (contro 1,795), con le compagnie tra 1,801 e 1,841 euro/litro (no logo 1,800). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato va a 1,931 euro al litro (1,925 il valore precedente), con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,888 e 2,003 euro al litro (no logo 1,836). La media del diesel servito si porta a 1,948 euro al litro (contro 1,936), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,915 e 2,024 euro al litro (no logo 1,851). I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,849 a 0,872 euro al litro (no logo 0,854). Infine, il prezzo medio del metano auto risulta in saliscendi e si posiziona tra 2,076 e 2,342 (no logo 2,075).

Se si guarda ai dati settimanali del Mite, l’effetto del taglio delle accise al distributore c’è stato. La rilevazione del 14 marzo vedeva infatti la benzina a 2,184 euro, mentre quella del 25 aprile si è fissata a 1,766 euro. Un livello comunque insoddisfacente per le associazioni dei consumatori, soprattutto per quel che riguarda il gasolio: nell’ultima rielevazione Mite era a 1,767 a euro al litro, “un livello ancora superiore a quello del 28 febbraio, dopo l’inizio della guerra, quando era a 1,740 euro”, ha fatto notare la Unc.

Il decreto con gli aiuti

Nel pomeriggio è poi atteso il secondo provvedimento, politicamente più impegnativo, con gli aiuti per imprese e famiglie. Qui il menu riguarda il rinnovo degli interventi sulle bollette, che dovrebbe prevedere un secondo ampliamento al tetto Isee per il bonus sociale (a 14-15mila euro) e un ampliamento del credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore. Sempre in tema di energia, si attende lo snellimento delle procedure per le rinnovabili, mentre il comparto dell’edilizia attende una nuova modifica delle norme sul Superbonus al 110%: proroga al 30 settembre (dal 30 giugno) del termine entro il quale eseguire almeno il 30% dei lavori sulle villette per sfruttare il maxi-incentivo fiscale, e meno paletti nella possibilità di cedere i crediti fiscali da parte delle banche. Mentre non ci sono grandi dubbi sul mezzo miliardo per l’assistenza ai profughi ucraini, uno degli ultimi elementi messo sul tavolo in particolare dal Pd era un bonus una-tantum per i lavoratori: era in ballottaggio con un mini taglio al cuneo fiscale. Per le imprese, si preparano circa 3 miliardi per adeguare i prezziari dei cantieri ai rincari generalizzati e da parte del Mise un fondo per le aziende più direttamente colpite nei loro affari dalla crisi in Ucraina (200 milioni).

Landini: “6-7 miliardi insufficienti, serve scostamento”

Prima dei Cdm, a Palazzo Chigi Mario Draghi ha incontrato i sindacati. “Il governo ci ha ripetuto che per ora i ragionamenti che fanno sono su un livello di intervento tra i 6 e i 7 miliardi, gli abbiamo detto che consideriamo la cifra insufficiente. Ora è il momento di uno scostamento”, ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini al termine dell’incontro. Discorso simle da parte del leader Cisl, Luigi Sbarra: “Abbiamo apprezzato la disponibilità governo a questo incontro, in cui sono state discusse per due questioni: come si sostiene l’emergenza economica e come rendere strutturale il confronto”. Ma anche per la Cisl è “uno stanziamento importante ma ancora insufficiente”.

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