Nuovo scostamento di almeno 30 miliardi, prolungamento delle moratorie, affitti e Imu: il menu dei nuovi Sostegni

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MILANO – “Le misure del prossimo decreto saranno sicuramente sostanziose, a mio modo di vedere: almeno quanto il primo scostamento 2021, se non anche di più, ma questo le decideremo in questi giorni”. Così il ragionerie generale dello Stato, Biagio Mazzotta, ha dato una indicazione sul valore dei prossimi interventi che il governo si prepara a definire: un nuovo decreto Sostegni che potrebbe dunque superare quello da 32 miliardi (scostamento ereditato dal governo Conte) 

Intervenendo al workshop di Sose e riferendosi al prossimo scostamento (“tra una settimana, dieci giorni”) e decreto Sostegni bis, Mazzotta ha indicato quali elementi ci saranno: “Verosimilmente – ha detto – il prossimo scostamento e decreto riguarderà la liquidità delle imprese e la moratoria. Sono misure che verranno sicuramente prorogate perché hanno dato un risultato”. Si tratta, ha spiegato, di “misure costose”. Tra granzie sui prestiti e moratorie, finora sono scattati interventi che sfiorano i 350 miliardi.

Ricordando che “si è intervenuti anche sulla riduzione dei costi fissi per le imprese nel 2020”, ha spiegato che “nel 2021 ancora no” ma “lo si farà nel prossimo decreto Sostegni bis”: un riferimento ad affitti e Imu, “misure che possono essere ripetute nel 2021 per aiutare le imprese”.

Rispetto ai meccanismi dei ristori, si profilano misure “da tarare meglio”. “Sappiamo che ci sono alcuni settori particolarmente colpiti che sono stati chiusi e che continuano a essere chiusi e che soffriranno anche nel 2022, quindi immagino che qualche prosecuzione dell’azione potrà esserci anche in quel momento”. Nel suo radar anche gli enti territoriali, per i quali “le risorse stanziate non sono state poche: il ristoro nel 2020 è stato cospicuo, per comuni, regioni e province per circa 11,5 miliardi”. Ma altro potrebbe arrivare: “Probabilmente è stata molto prudente la quantificazione della perdita di gettito connessa a questa crisi, non importa, abbiamo consentito agli enti di utilizzare eventuali eccedenze anche nel 2021, abbiamo stanziato ulteriori risorse quest’anno, vedremo poi a rendiconto e a consuntivo quale sarà l’andamento del gettito per valutare se ci saranno conguagli da fare”.

Quanto al Recovery plan, Mazzotta ha spiegato che “dovrebbe consentire di dare un impulso e spingere il Pil che stenta sempre” ed è una “scommessa” perché prevede di “mettere a terra in cinque anni, visto che il 2021 lo diamo un po’ per perso” importanti progetti di riforma. “Con risorse aggiuntive per 110 miliardi è un’occasione importante perché si tratterà di finanziare tutti gli interventi infrastrutturali necessari al paese, in particolare sul lato della digitalizzazione e della transizione ecologica”. Resta da limare: “I nuovi ministri hanno cambiato molto soprattutto sulla parte digitale e verde: ci sono al momento troppe richieste da parte dei nuovi ministri, sono superiori rispetto a quelle delle linee guida di 30 miliardi rispetto al plafond disponibile, quindi bisognerà fare delle scelte e vedere cosa lasciare nel Pnrr e finanziare con fondi nazionali se sono buoni progetti”.

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