Offrono 100 mila euro al taxista per la sua auto piena di autografi di campioni juventini, ma lui li rifiuta

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Sul suo taxi i calciatori bianconeri sono passati più o meno tutti e ciascuno ha lasciato un autografo indelebile in ogni angolo di quell’Ulisse bianco della Fiat che è diventato un’icona per la tifoseria juventina. Un oggetto così particolare che un emiro di Riad ha offerto 100 mila euro per aggiudicarselo. Ma il proprietario, Tommy Agosta, ha declinato la proposta. “Hai fatto bene, non ha valore”, “Neanche per 10 milioni”, hanno commentato gli amici sulla pagina Facebook del tassista, che ha in garage anche una grande collezione di cimeli della squadra bianconera, con oltre 500 maglie e 200 scarpini.

Gli interni del taxi di Agosta

Ma resta il taxi il suo gioiello. Dal 2008, quando ha preso l’auto, ha chiesto a tutti i calciatori e dirigenti della Juventus a cui ha dato un passaggio di decorare la tappezzeria, i sedili e la carrozzeria della vettura con una firma. E ora il conto è salito a 170, da Michel Platini a Cristiano Ronaldo, per dire le epoche che ha attraversato. Ricordi che non hanno prezzo.

“Il primo è stato Fabio Cannavaro, per scherzo mi ha firmato la tappezzeria del tettuccio – racconta Agosta – Subito gli ho detto: me l’hai rovinato! Per cambiarlo avrei speso mille euro e allora ho deciso di tenerla e che sarebbe stata la prima di tante”.

Il passaparola ha fatto il resto per quell’uomo che per tanti anni ha lavorato con la società bianconera, prima di mettersi in proprio. Cannavaro è salito di nuovo con la Coppa del mondo del 2006, quando l’ha portata a Gianluca Pessotto, che era ricoverato in ospedale. Ma sono saliti anche dirigenti, come Jean-Claude Blanc quando era andato a firmare il contratto per lo Stadium o John e Lapo Elkann. E con alcuni l’amicizia è diventata così intensa che Appiah è padrino di battesimo di sua figlia e Martinez quello della cresima del figlio. E su quei sedili hanno viaggiato (ma senza firmare) anche calciatori di altre squadre, da Mihajlovi? quando era al Toro, a Totti con cui il tassista ha siglato anche con Chiellini un gemellaggio tra scuole calcio di ragazzini disabili.

“Il mio numero ce l’hanno tutti e alla fine sono passati tantissimi dal mio taxi – dice – All’inizio era tutto un po’ improvvisato, poi invece ho iniziato a fare foto e video di chi firmava”. Ed è accaduto quattro anni fa che dall’Arabia Saudita arrivò un gruppo di cui faceva parte un principe tifoso della Juventus che rimase impressionato e gli propose 80 mila euro. “E rifiutai – racconta Agosta – Ci sono affezionato e comunque poi ho fatto fare una perizia e vale molto di più. In ogni caso ha tenuto il mio numero perché dopo gli ultimi mondiali si è di nuovo fatto vivo. Gli ho detto che si erano aggiunti Cr7 e Tevez e lui ha alzato il prezzo a 100 mila, ma di nuovo gli ho detto di no”.

Resta, per il tassista torinese, il cruccio di cosa fare di quell’auto che sta invecchiando. “Mi sarebbe piaciuto aprire un locale in cui posizionare il taxi, ma il progetto è sfumato. O chissà se un giorno potrà trovare posto nel Museo della Juve, a cui ho contribuito con molti pezzi della mia collezione”.

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