Oggi è la Giornata internazionale del cane: ancora troppi i randagi, gli abbandonati e i cuccioli venduti illegalmente

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Fra allevamenti clandestini in Italia e traffici illegali dall’estero il mercato nero di cani e gatti di razza alimenta in Italia un business criminale che coinvolge oltre 400 mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie in occasione della Giornata mondiale del cane 2021 che il 26 agosto celebra, dal 2004, uno dei migliori amici dell’uomo spesso però vittima di abusi, abbandoni e criminalita’. Il traffico illecito di animali da compagnia – spiega Coldiretti – è uno dei fenomeni malavitosi a maggior impatto sociale visto che una casa italiana su tre (32 per cento) ospita almeno uno o più animali da compagnia che spesso diventano veri e propri componenti del nucleo familiare come dimostrano i 6,3 milioni di italiani che quest’estate – evidenzia Coldiretti – hanno scelto di partire in vacanza con il proprio animale.

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Tra quanti hanno in casa un animale il 20,7 per cento lo ha ricevuto in dono, il 19,3 per cento lo ha preso da una struttura di ricovero, il 17,1 per cento lo ha raccolto dalla strada, il 13 per cento lo ha trovato in un allevamento, il 12,3 per cento lo ha comprato in un negozio, l’11,4 per cento lo ha comprato da conoscenti o privati, il 5,7 per cento ha tenuto il cucciolo di un animale che possedeva già e lo 0,5 per cento lo ha acquistato sul web, secondo Eurispes. 

Il mercato nero

C’è poi il lato oscuro del mercato nero – sottolinea Coldiretti – con i cuccioli importati illegalmente dall’estero che, venduti a prezzi che oscillano tra i 60 ed i 1.200 euro, hanno di solito appena poche settimane di vita, non hanno neppure finito il periodo di svezzamento e ovviamente non sono registrati con il microchip d’identificazione richiesto dalla legge. Questi esemplari, assai spesso imbottiti di farmaci per farli apparire in buona salute, vengono introdotti nel territorio nazionale accompagnati da una documentazione contraffatta che ne attesta la falsa origine italiana e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti. Gli animali sono il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti.

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Quello dei cuccioli clandestini – sottolinea la Coldiretti – è un commercio che talvolta si realizza anche con la complicità di alcuni allevatori e negozianti italiani che “riciclano” nel mercato legale animali di provenienza illegale. Il traffico di animali da compagnia costituisce un danno per tutte le parti coinvolte, ad eccezione di chi lo gestisce. Ad esserne colpiti sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi. E se un cucciolo di razza offerto dal mercato illegale arriva a costare anche solo un ventesimo di quanto si spende nella filiera legale dell’allevamento, si tratta tuttavia solo di un “risparmio apparente” perché – conclude Coldiretti – l’acquisto di cuccioli di razza attraverso circuiti non legali si traduce sovente in una spesa maggiore a lungo termine in cure mediche oppure addirittura nella morte dell’animale malato. 

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Un alleato nelle emergenze

Il cane è anche un grande aiuto nelle emergenze e nelle calamità. Il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta per esempio si occupa della “formazione dei volontari e dell’addestramento dei loro fedeli compagni impiegati nella Unità Cinofile di Soccorso”. Dal 2009 il Cisom, con la propria Scuola Nazionale Cinofila, forma Unità per la ricerca persone in contesti di pericolo e, come spiega la responsabile della Scuola, Ilaria Rocchetto, è un lavoro che richiede anche una profonda e attenta conoscenza dell’animale. Le Unità Cinofile Cisom, si ricorda in una nota, sono intervenute in tutte le principali calamità ed emergenze degli ultimi anni, non ultimo il terremoto di Amatrice, ma anche in attività di Salvamento in Acqua e Pet Therapy. Le prossime frontiere su cui attualmente si lavora riguardano l’utilizzo dell’olfatto del cane nella ricerca medica.

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“I cani, grazie al loro infallibile olfatto, possono identificare gli odori fino a 100.000 volte superiore a quella dell’uomo, riescono a percepire circa mezzo milione di composti odorosi anche se presenti in concentrazioni bassissime impercettibili al naso umano. Grazie a uno straordinario udito captano le onde sonore fino a 40mila hertz e sono in grado di ascoltare tra le 35 e le 40mila vibrazioni al secondo” precisa Ilaria Rocchetto.

Per la ricerca in superficie, il lavoro dei cani “presenta difficoltà che cambiano di continuo in base al tempo che intercorre dall’evento alla chiamata di attivazione, al territorio in cui si deve operare e alle condizioni climatiche. Nella ricerca, usare l’olfatto per un cane è appagante ma costa molta energia e utilizzarlo per tanto tempo stanca. Tendenzialmente dopo circa 20 minuti cala l’efficienza del cane e deve fare delle pause”, conclude.

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Troppi i cani abbandonati

La sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani e la promozione dell’adozione di animali senza famiglia sono i principali obiettivi della Giornata. Si ritiene che, a livello globale, il numero dei cani sia di circa 900 milioni e, secondo stime dell’Oms, 200 milioni di essi sarebbero randagi. I dati del 2020 sul randagismo in Italia, condivisi dal ministero della Salute, registrano 76.192 ingressi in canili sanitari, 42.665 in canili rifugio e 42.360
adozioni di cani randagi. Un fenomeno diffuso soprattutto in alcune regioni, dove prosperano colonie di cani randagi e dove gli abbandoni di animali domestici si intensificano nel periodo estivo o in concomitanza con l’apertura della stagione di caccia.

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