Olanda. La riapertura del turismo comincia a numero chiusissimo. Ma l’obbligo di test è un deterrente e i biglietti restano invenduti

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Riaperture nel turismo, ma a piccoli passi. L’Olanda nell’ultimo weekend ha letteralmente sperimentato piccoli spazi di ritorno alla normalità. Luoghi celebrati come il famoso giardino dei tulipani di Keukenhof o il parco divertimenti di Hellendoorn, ma anche zoo, casinò e celebri attrazioni storiche-culturali si sono finalmente lasciate ammirare, ma a numero chiusissimo e secondo un rigido protocollo che stabilisce, per tutti i candidiati vistiatori over 12, la simultanea prenotazione online del biglietto e di un test anti-Covid, da eseguire in un ristretto numero di centri designati e non più di 40 ore prima della visita. Hellendoorn, celebre per i suoi ottovolanti, ha ammesso solo 2mila ospiti sabato scorso. La spettacolare Keukenhof – che nell’ultimo anno normale, il 2019, aveva tenuto aperti i battenti per due mesi, dalla seconda metà di marzo a quella di maggio, e che quest’anno non aveva mai accolto ospiti, ne ha ammessi 5mila. Ben poca cosa, rispetto al milione e mezzo di persone che hanno varcato i cancelli due anni fa, ma è comunque un inizio.

Olanda. Il parco dei tulipani più famoso nel 2021 apre solo per pochi

In particolare il gioiello Keukenhof, dove 40 giardinieri specializzati preparano uno straordinario set di 7 milioni di fiori, tra tulipani, giacinti, narcisi e non solo su un’area pari a 50 campi di calcio e capace di ospitare fino a 50 mila persone al giorno negli anni pre-pandemia, potrà essere visitabile, alle condizioni citate, per soli 6 giorni nell’arco dei due mesi “utili”.  SItuato a Lisse, nella piana tra L’Aia e Amsterdam dove i campi di tulipani sono la regola, Keukenhof è (era) una di quelle attrattive capaci di calamitare folle in un’area ristretta, con bar, alberghi e ristoranti letteralmente stipati. “Ovviamente siamo felici in questo momento – ha spiegato il direttore del giardino, Bart Siemerink, esternando il mix di sensazioni che prova -. Il fatto che si possa riaprire è una buona cosa, ma non è la Keukenhof cui siamo abituati”.

I visitatori, all’ingresso, devono mostrare, anche attraverso smartphone, il codice a barre ricevuto via mail, che attesta la negatività al test. Stessa cosa accade nel parco divertimenti di Hellendoorn, che si trova nella provincia dell’Overijssel, 140 km a Est di Amsterdam, non lontano dal confine tedesco. Il test è la conseguenza di una prima stabilizzazione della curva dei contagi da Covid nei Paesi Bassi, dove comunque si registra tuttora un numero giornaliero di nuovi casi dell’ordine dei 6-8 mila, su una popolazione di 17 milioni di abitanti. L’idea del ministro della Salute Hugo de Konge è quella di ripristinare piccole aree di normalità da estendere man mano che la copertura vaccinale cresce.

Hellendoorn, il parco giochi olandese sperimenta le future riaperture: solo 2000 persone, rigorosamente “tamponate”

L’esperimento ha avuto effetti contrastanti. Se chi si è presentato a Keukenhof o a Hellendoorn, interpellato dalla stampa locale, ha addirittura parlato di “libertà ritrovata”, Hellendorn non è riuscita neppure a fare il sold-out dei 2mila biglietti disponibili sabato: solo il 75 per cento dei biglietti sono stati venduti. Il direttore marketing locale ha ipotizzato la riluttanza al test come la causa dell’insuccesso. “L’idea era di scoprire quanto le persone sono preparate a essere testate prima di poter trascorrere una giornata all’aperto – ha spiegato all’agenzia Reuters René Peul – Quello che i numeri sembrano dirci è che, almeno in condizioni di clima freddo, questo desiderio sia relativamente scarso”.

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