Olimpiadi 2026, Fontana dice “no” all’ingresso del Piemonte: “Ci avevano lasciati soli a tre giorni dalla presentazione del dossier, non se lo meritano”

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“Chi non ci ha voluto non ci merita”. In modo lapidario il governatore lombardo Attilio Fontana sembrerebbe aver messo la parola fine all’ingresso del Piemonte nelle Olimpiadi 2026 Milano-Cortina. L’ipotesi di allestire le gare di pattinaggio veloce sull’Oval costruito per i Giochi torinesi era tornata d’attualità dopo che, nei giorni scorsi, è caduta definitivamente la possibilità di farle nel luogo designato in origine nel dossier olimpico, cioé Baselga di Pinè, in Trentino. I costi per ristrutturare l’attuale stadio del ghiaccio si sono impennati rispetto all’ipotesi originaria di 36 milioni di euro, e la Fondazione Milano-Cortina ha detto stop. 

Cosa fare? Si è fatta avanti nel comitato organizzatore la possibilità di usare la pista torinese Oval Olympic Arena, costruita nei pressi del Lingotto per i XX Giochi del 2006  che si sono tenuti a Torino. Dopo le Olimpiadi è stata integrata nell’area fieristica, ma potrebbe rapidamente essere riattivata.

Anche il ministro Salvini ne aveva accennato nei giorni scorsi parlando di “Olimpiadi delle Alpi”. Ma ieri le parole di Fontana hanno rimescolato le carte. Secondo il governatore lombardo “è stata Torino che si è esclusa con la sindaca del tempo Chiara Appendino, cercando di metterci in difficoltà”. Inizialmente “avevamo presentato un dossier che prevedeva la tripla candidatura Milano-Cortina-Torino – ha aggiunto – tre giorni prima della data del deposito del dossier, la sindaca Chiara Appendino dei 5Stelle disse ‘io non partecipo più’, tirandosi fuori. E noi rimanemmo basiti”.

Motivo per cui “io e il presidente del Veneto Luca Zaia decidemmo di modificare il dossier e presentare la nostra candidatura autonoma, e fu una scelta audace. Noi siamo l’unico caso di Olimpiadi assegnate a due Regioni senza il sostegno del governo”.

Insomma “la gara si sarebbe dovuta svolgere in Trentino ma c’è bisogno di un impianto diverso che lì non può essere realizzato, stiamo cercando di attrezzarci affinché quella gara venga organizzata a Milano. Chi non ci ha voluto non ci merita”. 

In questo modo Fontana, che è in piena campagna elettorale per le elezioni del 12 e 13 febbraio, smentisce sia Salvini sia il collega piemontese Alberto Cirio (Forza Italia), che guida una coalizione di centrodestra e che ieri, dopo le parole del leghista ha confermato che “il Piemonte rimane a disposizione della macchina organizzativa olimpica e continuerà ad esserlo, fiduciosi che venga scelta la strada della collaborazione, per consentire il buon utilizzo delle risorse dei cittadini, il doveroso rispetto dell’ambiente e la miglior riuscita di questo importante evento”.

La decisione deve essere formalmente presa dalla Fondazione Milano-Cortina in cui sono rappresentati governo, Coni, Regioni e Comuni interessati. A Milano sono già previste (oltre al villaggio olimpico in costruzione all’ex scalo ferroviario di Porta Romana) le gare di hockey nel nuovo maxi palazzetto che deve nascere a Santa Giulia e nell’ex Palasharp ristrutturato, e le gare di short track e pattinaggio artistico al Forum di Assago. Dove andranno quelle del pattinaggio di velocità, che ha bisogno di un anello di 400 metri, largo circa 12 metri, coperto? Fontana non lo ha detto, nè il sindaco di Milano o qualcuno della giunta comunale ha aggiunto qualche informazione più precisa.

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