Omofobia, legge Zan ancora in stallo al Senato. Grida e proteste di Pd e M5S

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È finita in caciara: da un lato le grida di protesta dei dem e dei grillini, dall’altro l’irremovibile decisione del presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari di parlare d’altro. Di tutto. Fuorché del disegno di legge contro l’omotransfobia che prende il nome dal deputato del Pd e attivista Lgbt, Alessandro Zan. 

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Fumata nera. Sulla legge Zan (e gli altri ddl sullo stesso tema), nulla di fatto. Eppure il centrosinistra era sicuro che oggi sarebbe stato il giorno della svolta, con la calendarizzazione della discussione e la scelta del relatore. “Rispetta gli impegni non ce la fai proprio a mantenere la parola”, hanno urlato Franco Mirabelli e gli altri dem al presidente Ostellari. “Era un impegno preciso, discusso anche in capigruppo”, ha rincarato Alessandra Maiorino che per i 5Stelle sta seguendo passo passo la legge e ha lanciato un flash mob social la settimana scorsa. “Cosa temi? Stop a squallidi mezzucci”, attaccano rivolti al presidente leghista i deputati grillini Giuseppe Brescia e Mario Perantoni. “Qui ormai non è più questione di ostruzionismo ma di picchettamento. Era dai tempi del liceo che non vedevo un picchetto”, si è sfogata alla fine della riunione di commissione, Anna Rossomando, vice presidente dem di Palazzo Madama e responsabile giustizia e diritti del partito.  

L’intervista

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Il tempo della commissione per discutere d’altra parte era ridotto all’osso: convocati per le 14 e 30, dopo mezz’ora i senatori sono tutti andati in aula a sentire Draghi sul Recovery Plan. 

E Ostellari ha invitato i gruppi politici a parlare appunto dei disegni di legge che stavano a cuore. Ha cominciato il leghista Simone Pillon, che ha preso spunto dalla vicenda della donna lombarda affetta da un tumore, la quale è andata alla ricerca della madre naturale per potere accedere alle diagnosi genetiche e mettere a punto un trattamento terapeutico adeguato. Pillon propone di rivedere la legge che garantisce l’anonimato alla madre che non riconosca poi il figlio. “La Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento di legiferare in materia. È un argomento delicatissimo, ma è giusto parlarne”, sostiene il senatore leghista. Acerrimo avversario del ddl Zan, Pillon contrattacca: “Sono stati grillini e Pd a polemizzare e a pretendere che non si rispondesse alle loro accuse: mi pare un tantino anti democratico. È slittato tutto per le loro inutili discussioni”. Per Forza Italia invece tra le priorità c’è il ddl sulle interferenze della magistratura in politica. 

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Domani la commissione Giustizia si riunisce di nuovo alle 8 e 45 del mattino. Sarà la volta buona? Ostellari si difende: “Non dipende da me ma dalla commissione”. 

Salvini e Meloni hanno posto il veto alla legge contro l’omofobia.  La capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Simona Malpezzi denuncia: “C’è stata una forma di ostruzionismo. Hanno cominciato a chiedere ulteriormente altre calendarizzazioni e per il ddl Zan non c’è stato tempo”. E Rossomando: “Noi insistiamo, è diritto del Parlamento discutere delle leggi. Noi dem, alla Camera, sulla commissione d’inchiesta sulla giustizia, pur essendo contrari ci guardiamo bene dall’impedire che venga calendarizzata o discussa. Il Parlamento va difeso sempre e non a giorni alterni”. Il ddl Zan è stato approvato alla Camera il 4 novembre scorso e si è insabbiato al Senato.

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