Ora la Russia scatena l’aviazione sulle città

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La spirale di ferocia che sta avvolgendo l’Ucraina ha un nuovo protagonista: l’aviazione russa. Mosca cerca di piegare la resistenza con lo strumento più brutale: i bombardamenti a tappeto. Domenica il canale tv delle forze armate Zveda ha mostrato gli aerei che decollavano verso il fronte, evidenziando le ali cariche di ordigni. Il presentatore ha sottolineato che possono compiere un attacco ogni cinquanta minuti. Gli effetti si vedono nelle periferie di Karkhiv, di Sumy e nei sobborghi di Kiev: interi palazzi devastati dall’esplosione di ogive da mezza tonnellata.

E’ un terribile dejavu: gli stessi piloti e gli stessi velivoli hanno già compiuto la stessa missione sulle città della Siria. Dal 2015 in meno di tre anni hanno compiuto 121 mila raid contro i quartieri di Aleppo e degli altri centri urbani in mano agli oppositori di Assad, obbligandoli alla resa. Sono morte migliaia di persone, tra cui moltissime donne e bambini. Ma la comunità internazionale non ha fatto nulla per impedire questo massacro. E adesso gli stormi di Mosca ripetono lo stesso copione omicida sull’Ucraina.

In questo momento, le squadriglie si accaniscono sulle zone più vicine al confine russo dove l’avanzata è stata bloccata dall’esercito ucraino. Tutta l’area tra Karkhiv e Sumy è diventata una trappola per le divisioni della Guardia, che subiscono perdite micidiali. I difensori hanno messo al riparo i loro mezzi migliori e tirano fuori gradualmente semoventi di artiglieria e lanciarazzi. Squadre d’assalto attraversano i boschi e tormentano i convogli di camion e cisterne, impedendo i rifornimenti per le avanguardie. La risposta di Mosca viene dal cielo.

Come in Siria, i Sukhoi 24 Fencer e i più moderni Sukhoi 30 volano a quattromila metri d’altezza: fuori della portata dei missili terra-aria Stinger impiegati dai fanti ucraini. Da quella distanza di sicurezza fanno piovere grappoli di bombe: alcune hanno testata incendiaria, altre le mostruose ogive termobariche che uccidono pure chi si trova nei rifugi. A Karkhiv ieri gli assediati sono riusciti a usare una batteria missilistica più potente degli Stinger e hanno abbattuto uno degli incursori. I comandi russi però stanno lanciando un campagna mirata contro le difese contraeree e l’aviazione ucraina, bersagliando con cruise a lungo raggio le basi nella regione occidentale prossima al confine polacco. Alcuni dei cacciabombardieri mostrati dalla tv Zveda avevano missili speciali, studiati per individuare e distruggere i radar.

Anche in questo, le tattiche di Mosca sono diverse da quelle della Nato. In Kosovo e in Iraq gli stormi occidentali si sono avvicinati solo dopo avere smantellato la rete di difesa aerea. E potevano contare su una grande quantità di armi di precisione, con sistemi di guida satellitare o laser. Invece i russi usano quasi esclusivamente bombe “a caduta libera”: il 98 per cento degli ordigni scagliati sulla Siria erano di questo tipo, imprecisi e devastanti.

La lotta a quote più basse invece viene affidata soprattutto agli elicotteri e ai velivoli corazzati Sukhoi 25, che attaccano sfiorando i tetti delle case e spesso cadono vittime dei missili Stinger. Lunedì si sono visti all’opera sulla cittadina di Kryvyj Rih, il nuovo obiettivo dell’avanzata russa: una direttrice volta a chiudere in una sacca le truppe ucraine a sinistra del fiume Dnepr. A sud invece la linea del fronte è ancora ferma a Mykolaiv, il bastione che protegge Odessa dall’invasione. La resistenza di Mariupol, dove sono intrappolati 200 mila abitanti, tiene impegnate le truppe per lanciare l’offensiva sul Mar Nero.

Domenica notte i satelliti hanno avvistato quasi sessanta elicotteri schierati sull’aeroporto di Cherson: un assembramento che ha fatto temere una grande operazione dal cielo per isolare Odessa. Gli ucraini hanno colpito questa base con i droni TB2 forniti dalla Turchia, poi il comando di Kiev ha annunciato che un’azione delle sue forze speciali aveva distrutto trenta elicotteri. Una notizia finora priva di riscontri.

Nelle acque davanti Odessa ci sono stati almeno due scontri. Una vedetta lanciamissili ucraina sarebbe stata affondata, mentre una raffica di razzi avrebbe incendiato un pattugliatore russo, appartenente ai guardiacoste del servizio segreto Fsb.

Incerte le informazioni sulla battaglia per la capitale. Si combatte in tutti i sobborghi, con l’impiego di qualsiasi arma da parte di entrambi gli schieramenti: razzi, cannoni, mortai. La pressione degli invasori sembra concentrata sulle periferie a est, i difensori lottano per mantenere aperte le strade e garantire rifornimenti vitali per i soldati e per la popolazione. Ma tutto fa temere il peggio.

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