Fa male alla salute, non fa risparmiare granché sulla bolletta e i governi di mezzo mondo, Unione Europea inclusa, hanno votato per abolirla. Eppure eccoci di nuovo, come ogni primavera, all’ora legale, che quest’anno cadrà domenica mattina: dalle due di notte si salterà direttamente alle tre. Dormiremo un’ora in meno, ma avremo luce fin oltre le sette e mezza di sera, con la sensazione di ritrovarci finalmente nella bella stagione.
Ora legale-solare, sarà l’ultimo anno di alternanza negli Stati Uniti? Il precedente nel 1970
Ora legale o ora solare? La proposta Ue
Il Parlamento Europeo, per la verità, a marzo del 2019 aveva deciso di abolire il salto delle lancette, lasciando però ai paesi membri due anni per mettersi d’accordo su quale orario scegliere: se quello legale estivo o quello solare invernale. E il continente, ovviamente, si era diviso, con i paesi nordici già satolli di luce nella bella stagione desiderosi di attenersi all’ora solare, la Francia che in un referendum popolare aveva optato per mantenere fissa quella legale e l’Italia che a novembre del 2021 si era espressa a favore del mantenimento dello status quo, con il cambio di orario in primavera e autunno.
“Diverse società mediche, in primis quella americana di medicina del sonno si sono espresse di recente contro l’ora legale” spiega Roberto Manfredini, esperto di cronobiologia dell’università di Ferrara. “Il mondo è sempre andato avanti con l’ora solare, ma anche quella legale ha i suoi vantaggi”. L’Europa avrebbe dovuto trovare un accordo nel 2021 per poi attuare la sua decisione nel 2024. Poi, con la pandemia, la questione degli orologi era finita nel dimenticatoio.
Ora legale, gli Usa vorrebbero abolirla
Ci penserà forse l’America a scuoterci di nuovo. Il voto bipartisan del Senato di Washington lo scorso 16 marzo per abolire il cambio di orario ha preso un po’ tutti di sorpresa. Anche lì, però, ci sarà da compiere l’ulteriore passo di convincere gli stati ad adottare una posizione unanime: meglio avere più luce nelle fredde mattine d’inverno o godersi più a lungo le sere d’estate? Il dilemma non accetta compromessi, con gufi e allodole schierati su posizioni inconciliabili. Se per caso tutti gli stati americani trovassero subito un accordo, l’ora legale negli Usa potrebbe essere abolita nel 2023.
Ora legale, quanto risparmiamo ogni anno?
Quello che difficilmente può essere usato – ormai è chiaro – è l’argomento del risparmio energetico. Dell’ora legale si narra che fosse auspicata già nel ‘700 da Benjamin Franklin, seccato dal suo trascorrere le mattinate pigramente a letto e desideroso di risparmiare candele la sera. Proprio per ridurre il consumo di elettricità, durante la prima guerra mondiale, l’ora legale estiva venne infine introdotta sul serio.
Nel frattempo però le nostre abitudini sono cambiate. Studi conclusivi non esistono, ma un rapporto del Dipartimento per l’energia americano nel 2008 stimò in un misero 0,5% la riduzione di elettricità usata quotidianamente. Un’altra ricerca, sempre di quell’anno, notò che l’energia risparmiata non accendendo le lampadine e le televisioni la sera era più che controbilanciata dall’uso dell’aria condizionata durante il giorno. Alla fine, è la sensazione generale, non è l’economia a giustificare il cambio di orario.
Ora legale 2022 da stanotte alle 2: gli effetti sull’organismo
Il benessere può essere un motivo ragionevole per spostare le lancette. Nel 2019 una ricerca dell’università di Siviglia trovò che non alzarsi col buio pesto in inverno e godere di più ore di luce da spendere all’aperto – cambiando l’ora due volte all’anno – si allineava con il ritmo del nostro organismo. Una ricerca uscita una settimana fa su Pnas – di cui è prima autrice la ricercatrice italiana Daniela Grimaldi – spiega che dormire con la luce attorno a noi non permette all’organismo – e al cuore in particolare – di raggiungere uno stato di completo riposo.
Ora legale, gli effetti sulla salute: le giornate più lunghe aiutano l’umore
I controargomenti, sul fronte della salute, sono però numerosi. “Il cambio di ritmo è indubbiamente impegnativo per l’organismo” spiega Manfredini. “Gli effetti sono soggettivi, come per il jet lag, ma a soffrire di più sono i gufi che non andrebbero mai a dormire, gli anziani che sono metodici e i bambini che faticano ad alzarsi per andare a scuola. Gli effetti durano in genere due o tre giorni, e la comunità europea ha calcolato che i problemi sanitari legati al passaggio da un’ora all’altra costano un punto percentuale di pil. Non poco. Il passaggio all’ora solare in autunno è invece più liscio. Il nostro corpo preferisce infatti le giornate lunghe. Il ritmo circadiano, hanno dimostrato gli esperimenti nelle grotte, è leggermente più lungo di 24 ore”.
Una gran mole di ricerche poi si è dedicata a calcolare tutto quel che succede nella prima settimana dopo l’ingresso dell’ora legale, a causa dell’ora di sonno in meno e del cambiamento di passo cui è sottoposto l’organismo. Il primo studio, nel 2008, fu condotto dagli svedesi del Karolinska Institutet, che notarono un aumento degli infarti del miocardio. Un effetto simile è stato osservato dallo stesso Manfredini nel 2019, in un’analisi che prendeva in considerazione le ricerche in tutto il mondo sugli infarti. “Crescono anche gli appuntamenti saltati dal dottore, forse per stanchezza e distrazione” aggiunge il ricercatore. Ad aumentare sono poi gli incidenti stradali, ma anche gli errori compiuti dai medici. I magistrati tendono a dare pene più severe, ma calano le rapine serali. I clienti dei supermercati comprano di più e i bambini si fanno più male sui tappeti elastici. Tra il reale e l’aneddotico, questa pletora di osservazioni conferma che i riflessi dell’ora legale sono più profondi di quanto non percepiamo.
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