Oscar 2021, i film in gara. ‘Sound of Metal’, il batterista hard rock perde l’udito

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Mai come quest’anno la corsa all’Oscar degli otto titoli candidati a miglior film è aperta. E soprattutto coinvolge film che il grande pubblico conosce poco, alcuni sono usciti sulle piattaforme (vi diciamo dove), altri ancora aspettano (in Italia) l’apertura delle sale. Per questo abbiamo pensato a una guida, ogni giorno un film, che ci accompagni nei giorni che mancano alla notte più attesa: il 25 aprile.

Candidati a miglior film sonoMank (Netflix) / The Father (Sony Pictures Classics) / Judas and the Black Messiah (Warner Bros.) / Minari (A24) / Nomadland (Searchlight Pictures) / Una donna promettente (Focus Features) / Sound of Metal (Amazon Studios) /  Il processo ai Chicago 7 (Netflix).

Delle sei candidature agli Oscar (miglior film, attore protagonista, attore non protagonista, sceneggiatura, suono e montaggio) le ultime due hanno serie possibilità di trasformarsi in altrettante statuette. Sound of Metal è un film costruito tutto sulla soggettiva sonora del suo protagonista, il batterista hard rock Ruben, interpretato da un grande Riz Ahmed (Lo sciacallo, The Night of).

‘Sound of Metal’, se il batterista metal perde l’udito. Con Riz Ahmed

Il film di Darius Marder, che dopo un documentario e la coregia con Derek Cianfrance di Come un tuono debutta solista, è la storia drammatica e appassionante di un batterista heavy metal che improvvisamente perde l’udito. Lo interpreta il talentuoso Riz Ahmed, candidato all’Oscar per il ruolo, che dà spessore al musicista che lotta con la sordità ma anche le sue insicurezze di ex tossico mentre la donna con cui ha condiviso vita e palco fa fatica a stargli accanto. Il film è disponibile su Prime Video.

Olivia Cooke e Riz Ahmed in ‘Sound of Metal’ 

Il regista si è ispirato a due esperienze personali: il fratello Abraham, musicista nell’ambiente dell’heavy metal, cooptato come cosceneggiatore, e la sordità della nonna. Per dieci anni Marder ha rincorso questo progetto ereditato da Cianfrance ed è riuscito a realizzarlo grazie all’adesione dei suoi attori, poi candidati agli Oscar. Riz Ahmed ha accettato di imparare a suonare la batteria e il linguaggio dei segni in pochi mesi mentre Paul Raci (candidato come miglior non protagonista) che interpreta Joe, un uomo che gestisce una comunità di sordi nella quale Ruben prova a trovare il suo posto, è figlio di una coppia di sordi e nella vita ha fatto l’esperienza del Vietnam come il suo protagonista e vissuto per molta parte della sua vita come interprete dei segni.

La forza del film, che vanta anche la presenza dell’attore francese Mathieu Amalric, è questa capacità di farti entrare e uscire nel mondo di Ruben e degli altri sordi che incontra sulla sua strada e di seminare il film di piccole trappole per lo spettatore in cui si pensa che la storia andrà in un senso, non vi diciamo quale, mentre poi va diversamente. Il viaggio di Ruben, solitario, doloroso, accidentato avrà lo scopo di dimostrare la verità che Joe e la sua comunità ha fatto propria da tanto tempo: la sordità non come handicap, come qualcosa di rotto da aggiustare, ma come condizione da abbracciare e accettare per poterla superare. Un’idea dirompente che travalica la questione della sordità.

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