Ottavo posto provvisorio per le ragazze dell’arco. Ma all’orizzonte c’è l’Everest della Corea del Sud

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TOKYO – L’Italia dell’arco femminile chiude la prima giornata di qualificazione con un ottavo posto di giornata nella classifica a squadre che le consegna un Everest da scalare nella fase finale. In caso di vittoria nello scontro negli ottavi con la Gran Bretagna infatti, le tre azzurre Chiara Rebagliati, Lucilla Boari e Tatiana Andreoli affronteranno nei quarti la Corea del Sud, il team delle “arciere d’oro” che ha vinto tutte le Olimpiadi dal 1984 e che ieri – tanto per gradire – ha chiuso la giornata al comando con 2032 punti, 56 punti (un abisso) davanti al Messico.

“E’ stata una gara molto faticosa, specie per le temperature – racconta Rebagliati, che con una grande rimonta ha chiuso la giornata al decimo posto -. Ma giorno dopo giorno stiamo abituandoci a queste condizioni. La Corea? Pensiamo ad andare avanti, poi si combatte freccia dopo freccia”. Rebagliati ha vinto anche il derby in casa Italia con le compagne di squadra conquistando il posto a fianco di Mauro Nespoli nella squadra mista che domani correrà per l’oro.

Le 64 arciere hanno tirato oggi in condizioni estreme, con una temperatura oltre i 35 gradi e molto umido e una concorrente russa è svenuta alla fine della sessione nel mezzo del campo di gara ed è precauzionalmente uscita dall’impianto di Yumenoshima in barella.  Ben quattro atlete hanno chiuso la sessione sopra il vecchio record olimpico. Le tre coreane hanno monopolizzato il podio con Kor San, con 680 punti – davanti a a tutte. Rebagliati – che dopo 54 delle 72 frecce era ancora oltre la ventesima posizione è risalita con un colpo di reni finale in decima con 658 punti. Boari ha chiuso in 23esima posizione, Andreoli in 52esima. 

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