Papa Francesco: “No alla calunnia: fa tanto male e distrugge”

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“Di fronte a una guerra che sembra un mostro invincibile, che cosa possiamo fare, oltre alla preghiera? Possiamo cercare, nella vita di tutti i giorni, di affrontare i conflitti evitando ogni violenza e sopraffazione. E non è facile! Perchè a volte basta una parola per ferire o uccidere un fratello o una sorella. Pensiamo alla calunnia”. Così Papa Francesco ricevendo i membri dell’Unione Nazionale Mutilati per Servizio, torna ancora una volta a condannare il pettegolezzo e le dicerie, all’indomani delle accuse del cardinal Müller sui trattamenti privilegiati riservati al cerchio magico del Pontefice. “Pensiamo al chiacchiericcio – ha aggiunto a braccio -, che è così usuale, non tra voi, tra voi sicuro no ma in altre parti, il chiacchiericcio che è pane di ogni giorno, e fa tanto male, distrugge! Allora l’associazione può e deve diventare una forza di pace nella società, aiutando a risolvere i conflitti in modo pacifico, ricercando il bene comune e richiamando l’attenzione su chi è meno tutelato”.

Le accuse di Müller

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha attaccato il Papa in un libro-intervista che esce dopo le memorie del segretario particolare di Benedetto XVI, monsignor Georg Gänswein. Il porporato tedesco, 75 anni, fedelissimo di Joseph Ratzinger, nel libro “In buona fede” (Solferino), intervistato dalla vaticanista Franca Giansoldati, critica l’entourage del pontefice: “Vi è una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico”, dice il porporato tedesco, secondo il quale “in Vaticano sembra che ormai le informazioni circolino in modo parallelo, da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal Pontefice, e dall’altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali”.

Non adorare Dio come idolo

“La vita di fede è un continuo ‘esodo’, un’uscita dai nostri schemi mentali, dal recinto delle nostre paure, dalle piccole certezze che ci rassicurano. Altrimenti rischiamo di adorare un Dio che è solo una proiezione dei nostri bisogni, e quindi un ‘idolo’, e di non vivere incontri autentici nemmeno con gli altri” ha inoltre sottolineato Francesco ricevendo in udienza la Comunità del Pontificio Collegio “de Propaganda Fide” in occasione del IV centenario della sua fondazione.

“Ci fa bene accettare il rischio di uscire da noi stessi, come hanno fatto Abramo, Mosè e i pescatori di Galilea chiamati a seguire il Maestro”, ha aggiunto il Pontefice. “E voi avete l’opportunità di farlo in questo momento nella vita di comunità, specialmente in una comunità formativa ricca e variegata come la vostra, con tante culture, lingue e sensibilità. E’ un dono grande, questo, da cui potete essere arricchiti nella misura in cui ciascuno riesce a uscire dal proprio recinto per aprirsi agli altri, al loro mondo e alla loro cultura”, ha aggiunto.

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