Papa Francesco operato al Gemelli: “Intervento lungo ma è in buone condizioni. Ora 7 giorni di degenza”

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ROMA – Non è stato un intervento chirurgico semplice, quello a cui ieri pomeriggio si è sottoposto Papa Francesco al Gemelli per stenosi diverticolare del sigma e quindi con la resezione di un tratto del colon. Ma l’esito è stato del tutto positivo. Secondo quanto apprende Repubblica, infatti, non è stata infatti necessaria alcuna colonstomia. Adesso il Papa, come tutte le persone della sua età (84 anni), si trova in terapia intensiva post operatoria ma soltanto per motivi precauzionali.

Spiega Matteo Bruni, portavoce vaticano, che il Papa “è in buone condizioni generali, vigile e in respiro spontaneo”. L’intervento, dice, ha comportato una emicolectomia sinistra ed ha avuto una durata di circa 3 ore”. Attualmente “si prevede una degenza di circa 7 giorni salvo complicazioni”.

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L’operazione è iniziata verso le 18.30 in laparoscopia, è durata quasi cinque ore con la necessità anche di operare a cielo aperto. Per colpa infatti di un piccolo precedente intervento chirurgico addominale, non è stato possibile infilare i “braccini” robotici che servono per operare. Così si è preferito cambiare metodo operatorio.

La situazione al momento è tranquilla. Francesco con ogni probabilità dovrà restare in ospedale almeno sette giorni prima di poter far ritorno a Santa Marta.

La degenza di Papa Francesco nell’appartamento riservato ai Pontefici

Due infermieri del Vaticano assistono da ieri pomeriggio il Papa. Oltre al personale medico e infermieristico del Policlinico ci sono Massimiliano Strappetti, sanitario della Città del Vaticano, e un altro infermiere di fiducia sempre del Vaticano. Al Gemelli è inoltre presente una rappresentanza della Gendarmeria Vaticana e un responsabile per la sicurezza che affianca la polizia di Stato.

Il Papa appena uscirà dalla terapia intensiva, prima del ritorno a Santa Marta, andrà nel piccolo “appartamento” al decimo piano del Gemelli. A fianco, c’è anche una cappellina per le preghiere e le eventuali celebrazioni. La stanza è la stessa dove in passato venne ricoverato Giovanni Paolo II per sette volte, la prima il giorno in cui, il 13 maggio di 40 anni fa, fu vittima dell’attentato in Piazza San Pietro. Oltre allo spazio per il letto, il bagno, un televisore e qualche strumento per la pressione e gli altri parametri vitali, gli ambienti comprendono un altro spazio per un piccolo salottino con una poltrona letto, un altarino con un crocifisso e un tavolino.

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La stanza del Papa ha grandi finestre che si affacciano sull’ingresso principale dell’ospedale. Lo stesso papa Wojtyla, per la sua ripetuta frequentazione, ribattezzò questi luoghi “il Vaticano n. 3”, dopo il Palazzo apostolico e la residenza di Castel Gandolfo.

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