Parma, i risultati del ballottagio: Michele Guerra è il nuovo sindaco. Vittoria storica del centrosinistra

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Ha il sorriso di Michele Guerra il volto della vittoria del centrosinistra: è lui il nuovo sindaco di Parma.

“È’ un grande risultato di un progetto coeso che non deluderà la città”, ha detto all’esterno della sede elettorale in via Cavour attorno alle 23,30.

Quarant’anni, docente universitario, assessore alla Cultura uscente della Giunta Pizzarotti, guida il ritorno dei partiti di  sinistra al comando della città: è un successo storico dopo 24 anni, il primo per il Pd dalla sua fondazione.

Guerra, dopo aver concluso il primo turno al 44% con più di 20 punti di vantaggio su Pietro Vignali, candidato civico appoggiato da Lega e Forza Italia e la dichiarazione di sostegno di Fdi al secondo turno, ha sbaragliato l’avversario al ballottaggio arrivando al 66%.

Nessuna capovolgimento clamoroso del risultato, dunque, e previsioni della vigilia rispettate.

Ancora una volta bassa l’affluenza: se al primo turno aveva votato un avente diritto su due, oggi 39,15%.

Il nuovo sindaco trionfa a capo di una coalizione larga, applaudita anche dal segretario nazionale Enrico Letta, che unisce Pd, Effetto Parma, la lista civica del sindaco, Parma La sinistra coraggiosa, Radicali, Socialisti e Italia Viva, a cui si è aggiunto l’endorsement al secondo turno dei Verdi.

Vignali perde nettamente ma segna il ritorno in campo come capo dell’opposizione dopo le vicende giudiziarie che avevano portato al tracollo della sua Amministrazione nel 2011. La sua lista civica al primo turno è stata la seconda più votata dopo il Pd. Un’operazione di ritorno a cui è mancato il contributo dei partiti con la  Lega e Forza Italia ai minimi storici il 12 giugno, mentre al ballottaggio non è riuscita la mobilitazione degli astenuti e degli indecisi.

Ma l’ex sindaco è tornato in campo e chissà che il prossimo anno, in vista delle elezioni Politiche, non rappresenti una candidatura spendibile sul territorio soprattutto da parte di Silvio Berlusconi.

D’ora in avanti, superata una campagna elettorale giostrata fra la necessità di mantenere il filo conduttore con l’esperienza amministrativa decennale di Pizzarortti e l’esigenza di mostrare discontinuità per soddisfare le istanze del Pd, finora all’opposizione, il primo cittadino dovrà mostrare gli artigli per mantenere promesse programmatiche rilevanti come il no all’aeroporto cargo e la riqualificazione partecipata dello stadio Tardini.

E sarà chiamato anche ad ascoltare le istanze del mondo del commercio che ha votato Vignali e che chiede più decoro e maggiore sicurezza.

Il primo stress test della maggioranza sarà la formazione della nuova Giunta. I dem, primo partito e tanti consiglieri super votati, andranno all’incasso (Lorenzo Lavagetto, Caterina Bonetti…

Effetto Parma, che ha superato indenne previsioni elettorali poco rosee, punta a confermare Michele Alinovi e Marco Bosi.

Una delle caselle più rilevati è quella del super assessorato a Sanità e Sociale con vista sull’unificazione delle due aziende sanitarie: si parla di Ettore Brianti, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma.

In Consiglio si concretizza anche un incrocio singolare e nostalgico: il più votato nella lista del Pd è Lorenzo Lavagetto, figlio dell’ultimo sindaco Pds della città prima dell’arrivo nel 1998 di Elvio Ubaldi con Civiltà Parmigiana, lista che torna in Consiglio rappresentata dalla figlia di Ubaldi, Maria Federica, all’esordio in politica.

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