Pd, Bonafè: “Amareggiata per lo strappo degli zingarettiani in Toscana. Dovremo discutere dell’identità del partito”

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“Non mi pare il momento di parlare di congresso, perché altre sono le urgenze drammatiche da affrontare. Però bisognerà pur discutere di cosa è il Pd e di cosa vogliamo, al di là delle alleanze con i 5Stelle”. Simona Bonafè, segretaria regionale dem e eurodeputata, certifica la spaccatura “con amarezza”: gli “zingarettiani” , capitanati dal vice segretario Valerio Fabiani, sono fuori dalla segreteria regionale del Pd. Hanno scelto l’Aventino non partecipando alla direzione dell’altro ieri, in aperto dissenso da Bonafé e dagli altri ex renziani, che guidano il partito. In Toscana – in quella che fu la casa del Pd di Matteo Renzi prima che decidesse la scissione – la parola d’ordine di Zingaretti  “o Conte o voto” – durante la crisi politica, è piaciuta assai poco. Lo hanno detto il sindaco Dario Nardella, il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, Luca Lotti, leader della corrente Base riformista, e la stessa segretaria regionale.  

Pd Toscana, gli zingarettiani fuori dalla segreteria regionale

Bonafé, il Pd toscano fa da apripista? Comincia da Firenze il congresso del Pd? 

“La dinamica è strettamente locale: questa vicenda degli zingarettiani sull’Aventino riguarda la Toscana, e come si sta nel partito in modo unitario. Più che parlare di congresso, ora occupiamoci di vaccini anti Covid e di come rimettere in moto l’economia. Però arriverà il momento di discutere dell’identità del Pd. La proposta politica dei Dem non si può esaurire ragionando solo di alleanze con i 5Stelle, ma di chi siamo e cosa vogliamo”.  

Cosa sta succedendo nel Pd della Toscana? Il gruppo dem legato al segretario Nicola  Zingaretti si è messo sull’Aventino? Lei ha spaccato il partito?  

“Sono amareggiata sinceramente. Il gruppo capitanato da Fabiani non si è presentato in direzione, facendo una scelta sbagliata. Rispedisco al mittente l’accusa di averli buttati fuori. Dal giorno dopo la mia vittoria come segretaria regionale dem con il 65% ho chiesto al mio sfidante di essere il vicesegretario. Ho lavorato in modo unitario nelle liste per le elezioni regionali e per la composizione della giunta regionale. Ma l’unità è fatta di rispetto dei ruoli e non di attacchi continui sui media. Sono comunque pronta a ricostituire l’unità da domani mattina. Prontissima a ricucire. Ripeto, su basi di reciproco rispetto. Avevo già chiesto un altro nome dell’area di Zingaretti per il ruolo di vicesegretario”.  

Quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Lo scontro nasce sulla candidatura dell’ex premier Conte nel collegio di Siena per le suppletive?  

“Io sono stata informata dai giornali della candidatura di Conte. Con tutto il rispetto per l’ex premier, ho posto solo la questione che nella regione in cui c’è il Pd più forte d’Italia, ci vorrebbe una candidatura espressione del territorio o almeno decisa insieme con il territorio”.  

Meglio Enrico Rossi, l’ex governatore, Vincenzo Ceccarelli o esponenti del Nazareno con Marco Furfaro o Nicola Oddati? Sono questi gli altri nomi che girano?  

“Non ho una idea precisa in testa, però stiamo attraversando un periodo complicato ed è bene ci sia una persona che lavori per la città”.  

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, quello di Bergamo Giorgio Gori, il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rappresentano il fronte che si prepara a sfidare il segretario Zingaretti?  

“Personalmente ritengo giusta la richiesta di un Pd che non si chiuda nelle stanze romane, ma valorizzi i livelli locali e stia in mezzo alla gente”.  

Insomma, soffiano venti di congresso?  

“In molti stanno chiedendo il congresso, anche Goffredo Bettini. Io sono affezionata all’idea del Pd di veltroniana memoria, a vocazione maggioritaria, in grado di parlare a tutti i riformisti con la forza delle proposte”.   

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Ora nel Pd toscano cosa succede?  

“Ho lasciate tutte le porte aperte. Lo Statuto dem mi dà la facoltà di avere una segreteria con 15 membri, ne ho individuato sette e ho chiesto ai segretari provinciali di darmi una rosa di nomi per i vari dipartimenti rispettando le tutte le anime del partito e la parità di genere”.  

A proposito di parità di genere, giovedì ci sarà la direzione nazionale dem per parlare di donne e sinistra, dopo che neppure una donna ministra è entrata nella squadra dem. C’è una questione donne quindi nel Pd?   

“In politica non ci sono spazi che ti vengono dati per gentile concessione. Ma il mio partito, che ha sempre portato avanti la lotta per i diritti e l’autonomia delle donne, non si può fare scavalcare dalla destra”.  

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