Piano d’emergenza Ue per sbloccare il grano ucraino

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Subito la mobilitazione degli operatori della logistica e in un secondo tempo l’accesso ai fondi europei per i progetti sui trasporti da e per l’Ucraina. E’ il piano della Commissione europea per creare dei “corridoi” con l’Ucraina, per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue e il resto del mondo. Bruxelles esorta anche le autorità nazionali ad applicare la “massima flessibilità” e “a garantire personale adeguato per accelerare le procedure ai valichi di frontiera”.

“L’Ucraina è il granaio del mondo – ha scritto in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ostacolando esportazioni vitali il Cremlino sta minacciando la sicurezza alimentare di tutto il mondo. Oggi inizia la nostra azione per facilitare il trasporto di cereali dall’Ucraina e affrontare con urgenza le strozzature nelle forniture”.

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Nel piano la Commissione Ue chiede ai privati di mettere urgentemente a disposizione vagoni merci, veicoli, navi, autocarri aggiuntivi e caricatori mobili di grano da piazzare in punti di contatto alla frontiera ucraina, individuati dagli Stati membri, dando la priorità alle spedizioni di derrate agricole anche attraverso slot ferroviari dedicati.

“Venti milioni di tonnellate di cereali – ha detto la Commissaria Ue ai Trasporti Adina Valean – devono lasciare l’Ucraina in meno di tre mesi, è una sfida gigantesca, quindi è essenziale coordinare e ottimizzare le catene logistiche, mettere in atto nuove rotte ed evitare, per quanto possibile, i colli di bottiglia”.

Al momento migliaia di camion carichi di cereali sono in attesa di sdoganamento dalla parte ucraina. Il tempo medio di attesa attuale per i carri è di 16 giorni, mentre ad alcune frontiere è fino a 30 giorni. Altro grano è ancora immagazzinato e trattenuto in silos ucraini pronto per l’esportazione.

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Con il piano europeo per salvare i cereali ucraini – stima la Coldiretti – potrebbero essere sbloccati i circa 30 milioni di chili di grano per la panificazione, 60 milioni di chili di olio di girasole e quasi duecento milioni di chili di mais per l’alimentazione animale destinati all’Italia, attualmente fermi nei magazzini di Kiev in attesa di essere spediti a causa del blocco russo dei porti del Paese.

L’Unione Europea – ricorda la Coldiretti – importa circa un terzo dei cereali spediti all’estero dall’Ucraina L’Ucraina è uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti. “Il fermo delle spedizioni – denuncia la Coldiretti – nei paesi ricchi genera inflazione e mancanza di alcuni prodotti ma in quelli poveri allarga l’area dell’indigenza alimentare con il rischio di carestie in Africa e in Asia”.

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