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Pioggia di razzi su Tel Aviv, Israele reagisce con nuovi raid aerei: due edifici distrutti in centro a Gaza City. Netanyahu: l’offensiva continua

Sirene d’allarme in azione e persone invitate a raggiungere i rifugi antiaerei a Tel Aviv, di nuovo bersagliata dai razzi di Hamas a mezzanotte (le 23 in Italia). Un offensiva contro la quale Israele ha nuovamente riposto con pesanti raid aerei sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito da al Jazeera, sarebbero stati colpiti una strada del centro di Gaza City e due edifici residenziali. L’attacco, avvenuto senza preavviso – precisa l’emittente citando fonti mediche – avrebbe fatto almeno tre vittime più un numero imprecisato di persone rimaste sotto le macerie. Fonti locali e residenti denunciano su twitter decine di attacchi consecutivi sulle strade principali di Gaza City, che ostacolano anche i soccorsi delle ambulanze. In varie zone della città manca l’elettricità.

Il raid aereo è partito dopo la nuova pioggia di razzi su Tel Aviv. Gli allarmi sono entrati in funzione anche ad Ashdod, Ashkelon e in Cisgiordania. Le forze armate israeliane hanno confermato l’attacco con un tweet: “Uomini, donne, bambini e anziani sono nei rifugi per proeggersi dai razzi lanciati contro di loro”. L’offensiva era stato preannunciato da Hamas: al termine di “due ore di cessate il fuoco” gli abitanti di Tel Aviv “torneranno a stare su una gamba sola”, ossia in uno stato di incertezza e di ansia, ha comunicato su Telegram. E a mezzanotte le sirene di allarme hanno nuovamente risuonato a Tel Aviv e nella zona metropolitana. Si sono udite esplosioni in cielo dovute con tutta probabilità all’intercettazione dei razzi lanciati da Gaza. “Uomini, donne, bambini e anziani sono attualmente nei rifugi”, aggiungono le forze armate israeliane.

“Contro Hamas agiremo per il tempo necessario”, ha ribadito il premier israeliano Benyamin Netanyahu, in un discorso nel quale è tornato a ringraziare il presidente americano Joe Biden per il sostegno incondizionato a Israele. “Non siamo noi i responsabili di questo confronto, ma lo sono coloro che ci attaccano. Non dobbiamo dimenticarlo”.

A Gaza distrutta la torre dei giornalisti. Guterres (Onu): “Profondamente turbato”

Ieri un bombardamento israeliano ha distrutto la torre Al Jala di Gaza che ospitava Al Jazeera, la Associated Press e altri uffici di media internazionali. L’esercito aveva avvertito che il palazzo sarebbe stato bombardato entro un’ora per consentire l’evacuazione. L’attacco è arrivato mezz’ora dopo. Secondo Israele, “l’edificio ospitava gli uffici di media civili, che Hamas usava come scudi umani”.

Gaza, colpito il grattacielo di Al Jazeera e Ap: palazzo distrutto

Abu Obeida, portavoce dell’ala militare di Hamas, le Brigate Izz al-Din al-Qassam, ha minacciato una dura reazione: “I residenti di Tel Aviv e del centro d’Israele devono stare attenti”, ha detto, citato da Times of Israel.

L’offensiva israeliana ha sollevato il duro commento di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu: “Qualsiasi attacco indiscriminato contro le strutture civili dei media viola il diritto internazionale, deve essere evitato a tutti i costi”, sottolinea il massimo rappresentante delle Nazioni Unite, che si dice “sgomento per il crescente numero di vittime civili” e “profondamente turbato dalla distruzione del grattacielo che ospitava diversi media internazionali”.

“Abbiamo comunicato direttamente agli israeliani che garantire la sicurezza dei giornalisti e dei media indipendenti è una responsabilità fondamentale”, ha twittato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki.

Sirene risuonano a Tel Aviv: la fuga dei bagnanti dalle spiagge

Israele “fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte”, ha detto il premier Benjamin Netanyahu in una conversazione telefonica con il presidente Joe Biden. “La prova – ha aggiunto – è che le torri, al cui interno c’erano obiettivi terroristici, attaccate dall’esercito, sono state sgomberate dalle persone non coinvolte”. Netanyahu ha aggiornato Biden “degli sviluppi e delle azioni di Israele anche future” e lo ha ringraziato per il sostegno “incondizionato al diritto dello Stato ebraico di difendersi”.



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