Playboy vende il jet Big Bunny per far cassa: in tasca 17,5 milioni di dollari

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Ciao Big Bunny, vola lontano da Playboy: un sacrificio doloroso, ma finanziariamente necessario, per cercare di dare respiro alle casse della holding alle spalle del noto marchio hot. Big Bunny è un areo, un jet privato di quelli che stanno conoscendo un grandissimo successo nella ripresa post Covid dei Paperoni globali, desiderosi di lasciare le città dei contagi senza rischiare l’assembramento dei voli di linea.

La casa-madre che si occupa di commercializzare il marchio creato da Hugh Hefner, nota come PLBY Group, ha organizzato la vendita del Jet, una riedizione lanciata da poco sulla scia del modello originale degli anni Settanta. Ora metterà in cassa 17,5 milioni di dollari (cambio praticamente alla pari con l’euro, di questi tempi). A staccare l’assegno per volare sulle ali del coniglietto più famoso del mondo, ha ricostruito la Bloomberg sula base di una comunicazione regolamentare depositata a inizio mese, è una società collegata alla Slater Family Holdings, un family office che ha iniziato a investire nello zucchero negli anni Trenta e ora – con avamposti a Boston e Palm Beach – spazia dall’immobiliare agli investimenti finanziari, passando per il private equity.

L’aereo in questione è un Bombardier che la PLBY Group, che ha i diritti sul marchio “Lifestyle” del coniglietto, ha acquisito nel 2021, per una cifra intorno ai 12 milioni di dollari. L’operazione è avvenuta dopo che Playboy è tornata sul mercato da società quotata, fondendosi con una Spac, una di quelle società che raccolgono capitali come un assegno in bianco, si quotano sul mercato e solo in un secondo momento individuano un target da acquisire. Una volta che si fondono con il loro obiettivo, il risultato è che quest’ultimo si ritrova esso stesso quotato.

Tornando al jet, è stato sottoposto a meticolosi lavori di ristrutturazione ispirati al velivolo originale di Hefner. Quello che nella prima metà degli anni Settanta ha solcato il cielo del Jet-set americano, noto come “Mansion in the Sky” (in riferimento alla “Mansion”, l’abitazione-sede di Playboy a Los Angeles): era una versione personalizzata del jet di linea DC-9, che ospitò alcune delle più grandi star dell’epoca: Cher, Frank Sinatra, Elvis Presley, LeRoy Neiman, Barbi Benton. Da mezzo utile a portare i passeggeri tra Chicago e Los Angeles per le registrazioni di Playboy After Dark, è poi diventato un punto di riferimento del lusso: discoteca, teatro, bar e cucina di lusso. Con la fusoliera nera e il suo numero di registrazione N950PB ben visibile sulla coda, è stato ritirato nel 1975.

La sua seconda versione è stata lanciata con clamore nel 2021, e ora con la vendita PLBY sostiene di avere “più che raddoppiato” l’investimento in contanti di 3 milioni di Playboy nell’accordo, secondo quanto la stessa società ha affermato nel suo deposito. PLBY userà infatti i proventi per restituire i 9 milioni di prestito sottoscritto per l’acquisto del Jet, con gli interessi, ma manterrà la titolarità del numero di serie e ha spuntato la condizione di far rimuovere il marchio del coniglietto sia dagli interni che dalla fusoliera.

L’accordo, nota l’agenzia finanziaria, può dare un po’ di respiro a casse in difficoltà per l’andamento delle vendite che nel secondo trimestre ha pagato il conto alle difficoltà nelle catene di approvvigionamento e al morso dell’inflazione che sta portando i consumatori a rallentare gli acqusti. Il ceo Ben Kohn ha comunque assicurato che la società ha ristrutturato il proprio debito (225 milioni al 30 giugno scorso) e di avere 70 milioni tra contanti, cripto e asset liquidi pronti all’uso.

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