Questione che aveva provocato dibattito e polemiche quasi un anno fa, alla fine dell’era Draghi: superare il tetto dei 240 mila euro lordi per lo stipendio annuo dei manager pubblici. Grazie ad un correttivo infilato alla chetichella nel decreto Aiuti-bis i mandarini di Stato, dai vertici dei ministeri ai capi delle forze armate, avrebbero così visto lievitare i loro mensili. Peccato che la cosa non sia passata inosservata, tanto da irritare lo stesso ex premier Draghi e portare il governo a rimettere le cose apposto.
Il tentativo e la voglia di andare oltre i 240 mila euro, però, è rimasta. Così nel decreto omnibus che sarà approvato lunedì dal Consiglio dei ministri la società incaricata della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina viene esonerata dalle disposizioni sul tetto di 240mila euro per i manager pubblici. Un modo forse per vedere l’effetto che fa, per capire se i tempi sono cambiati e se, dopo il dibattito sulla revisione delle indennità dei parlamentari, si possano toccare anche altri tipi di compensi.
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