Pranzo abusivo con uccellini vietati nella sede della Comunità Montana del Bresciano: polemiche e richieste di dimissioni

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Impiegati e funzionari a tavola con uccelli vietati: i carabinieri bloccano la festa proibita

Una doppia irregolarità: un pranzo con più di 20 commensali vietato dalle regole anti-Covid, a base di uccellini di specie la cui caccia è proibita. Cucinati nelle case di alcuni dei commensali e portati, con tanto di padella nascosta sotto il tavolo all’arrivo dei carabinieri, in un luogo che dovrebbe essere deputato al rispetto delle regole, visto che è una sede istituzionale: la sala della sede della Comunità Montana di Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia. E a tavola, appunto, c’erano impiegati e funzionari della struttura.

La notizia è stata raccontata da Bresciaoggi e risale a venerdì all’ora di pranzo, quando i carabinieri della Forestale hanno bussato alla porta della Comunità Montana, probabilmente su segnalazione di qualche residente della zona che ha visto il viavai di persone e di pentole: lì hanno trovato 23 persone impegnata a consumare un pranzo a base del tipico ‘spiedo bresciano’, piatto di carne che contiene manzo, maiale, pollo, coniglio, selvaggina e, appunto, uccellini. Dal 2014 è vietato cacciare allodole, tordi, beccafichi o fringuelli e proprio alcune di queste specie sarebbero state trovate nelle padelle. Frutto, probabilmente, di caccia di frodo, e quindi ancor più grave che il pranzo fosse organizzato nella sede della Comunità Montana.

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I carabinieri hanno sequestrato una cinquantina di uccellini già cotti. Massimo Ottelli, presidente della Comunità Montana, non presente al pranzo, ha convocato per questa mattina i due dirigenti che invece sono stati identificati dai carabinieri: “Non ne sapevo nulla, naturalmente le forze dell’ordine faranno il loro percorso. Mi risulta che non sia stato rilevato nessun assembramento viste le capacità della sala”, il suo commento a Bresciaoggi. Interviene la Lega per l’abolizione della caccia con una nota: “Troviamo difficile non scadere verbalmente commentando l’incredibile vicenda che ha avuto come teatro uno spazio pubblico: la sala di un ente comprensoriale ridotta a una volgare osteria in cui non solo si violano le norme sul distanziamento sociale, ma si mangiano anche uccelli protetti abbattuti probabilmente dagli stessi commensali, allo stesso tempo funzionari e impiegati e – in parte – cacciatori. Se questo è il livello del personale tecnico e dei dirigenti della ‘Casa comune della Valtrompia’ come si può sperare che i semplici cittadini rispettino le regole e prima ancora la decenza? Quello che è avvenuto a Gardone è semplicemente vergognoso, ennesimo sintomo della ridottissima percezione dell’illegalità venatoria esistente nelle valli bresciane, non a caso al primo posto in Italia, e ai primi in Europa, per l’incidenza del bracconaggio. Ma è anche un esempio del disprezzo per i sacrifici che la maggior parte delle persone hanno fatto e continuano a fare nell’era del Covid senza pensare a organizzare un pranzo collettivo illegale in un Ufficio tecnico o in una sala consiliare”.

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