LONDRA — A volte è difficile capire che cosa passi nella testa di Pep Guardiola. Venerdì sera per esempio, dopo il fischio della fine del primo tempo, va a redarguire Erling Haaland, che dopo la leggendaria stagione dell’anno scorso, aveva appena segnato due gol in 45 minuti alla prima di Premier League. “Dovevi fare l’opposto, l’opposto!”, gli urla mentre rientrano negli spogliatoi, prima di allontanare con una manata la telecamera che riprendere tutto. Il guru catalano non è nuovo a comportamenti conflittuali con le sue stelle più splendenti, basti pensare alla controversa e prematura sostituzione proprio di Haaland l’anno scorso durante gli ottavi di Champions contro il Lipsia, dopo aver segnato cinque gol, a un passo dal record che lo avrebbe reso immortale.
Doppietta di Haaland, gol di Rodri
Ma Pep, dopo l’ubriacatura (non solo di Grealish) del Triplete dell’anno scorso, vuole tenere alta la tensione. La terza sconfitta consecutiva in Supercoppa domenica scorsa contro i rivali dell’Arsenal non gli ha fatto piacere. E così il Manchester City ha passeggiato all’esordio contro la neopromossa Burnley, allenato dall’ex capitano dei citizens Vincent Kompany. Una gara senza storia, incanalata nel binario giusto dal Manchester sin dal terzo minuto, quando il vichingo Haaland insacca a volo di sinistro, su cross di De Bruyne e sponda di testa di Rodri.
Esordio di Gvardiol, infortunio per De Bruyne
Il raddoppio arriva prima della ripresa, sempre con il norvegese, con un altro sinistro magico nell’angolo alto, dopo la discesa sulla fascia di Walker e l’assist di Alvarez. Il resto, è ordinaria amministrazione per il City, anche perché le poche chance che ha il voglioso Burnley le stecca nel primo tempo con Foster e con il talentuoso Koleosho. Nel secondo tempo la corazzata di Guardiola è in totale controllo, entra anche Gvardiol, e prima del fischio finale arriva il tris con Rodri, che segna con una zampata su una punizione e alcuni rimpalli in area. Un 3-0 senza discussione, con un solo neo: Kevin De Bruyne ha avuto una ricaduta dell’infortunio della finale di Champions contro l’Inter e ha lasciato il campo dopo solo 23 minuti. “Non sta bene”, ammette Guardiola, “ora si deve curare”.
La discussione tra Haaland e Guardiola
Il City ha giocato in maniera simile all’anno scorso, con il 3-2-4-1, con qualche novità. Grealish fuori, ancora non al meglio, e Foden al suo posto. E come già visto in supercoppa, Alvarez è stato di nuovo schierato seconda punta, o comunque dietro Haaland, con De Bruyne più indietro del passato, anche per l’assenza di Stones. L’argentino non ha brillato neanche venerdì sera, ma sta imparando un nuovo ruolo e Guardiola ha un comandamento costante per i suoi giocatori: migliorare, sempre. “È così e ha ragione”, commenta il centravanti norvegese la discussione con il mister, “mi ha rimproverato per una palla che volevo da Bernardo Silva. Meglio così, anche perché non conosco un allenatore più bravo di lui”.
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