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Primarie, Conti attacca sul voto online: “Negati gli elenchi”. La dem Mazzoni: “Basta piagnistei”

BOLOGNA –  Il Pd nega ai rappresentanti di Isabella Conti sia i dati sulle registrazioni online sia la presenza nella fase di scrutinio. A denunciarlo è Michele Cristoni, rappresentante della sindaca di San Lazzaro al tavolo del centrosinistra per le primarie di Bologna. Il nodo del contendere sono gli elenchi delle persone registrate con lo spid, che sono in mano a Vittorio Gualandi, tesoriere dem e rappresentante legale del Pd, cui la coalizione ha delegato la gestione degli aspetti burocratico-legali legati al voto. Il problema è l’elenco originario di coloro che si sono iscritti al voto online, in cui risulterebbero registrate più persone rispetto alle 4.728 che sono state “ammesse” ai gazebo virtuali. “Chi sono gli esclusi?” si domanda il comitato di Isabella Conti. Si tratterebbe in realtà di un numero esiguo di non residenti a Bologna, che dunque non possono votare. Resta comunque un tema di “trasparenza”, secondo Cristoni: “Le primarie rappresentano un momento di festa democratica, di coinvolgimento e partecipazione delle cittadine e dei cittadini che meritano di avere certezza di poter esprimere il loro voto in un contesto di massima trasparenza”.

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La denuncia, nel giorno del silenzio elettorale fa infuriare Federica Mazzoni, rappresentante di Matteo Lepore: “Basta piagnistei è arrivato il momento della responsabilità e del voto. Sì rispetti il lavoro della Coalizone e dei volontari che stanno organizzando le primarie. I rappresentanti della Conti chiedono di cambiare le regole in corso continuamente. Non è così che si rispettano gli elettori. Adesso basta”. Tra l’altro, aggiunge Mazzoni: “Noi siamo fiduciosi nell’organizzazione delle Primaire e della coalizione intera. Bene depennare gli esponenti della destra e i residenti fuori Bologna che hanno tentano di registrarsi. Teniamo alta l’attenzione”.Parole che fanno capire come nel voto online sarebbero stati trovati, oltre ai non residenti,  anche rappresentanti eletti di partiti di centrodestra, che secondo le regole delle primarie di centrosinistra non sono ammessi al voto. Di chi si tratta? I”Appare inspiegabile politicamente ed eticamente inaccettabile – dice infatti Cristoni – il rifiuto da parte dei gruppi dirigenti del Pd di mostrare ai rappresentanti della candidata Isabella Conti sia l’originario elenco di chi si era registrato per il voto online, prima delle operazioni di ammissione ed esclusione al voto, sia l’accesso al sistema che raccoglie e verifica i voti che saranno espressi online nella giornata di domenica”.

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Secondo Cristoni, del resto, “non è un mistero per nessuno che, dati i numeri incoraggianti delle prenotazioni, lo scrutinio dei 4.800 voti ‘virtuali’ rappresenta una fetta importante dello scrutinio totale”. Il rappresentante ‘isabelliano’ quindi si domanda: “È trasparenza affermare che non ci sarà consentito di assistere all’arrivo dei voti, che gli unici a sovrintendere saranno i dirigenti che solo pochi giorni fa si facevano fotografare a una cena a sostegno di uno dei due candidati, che il file verrà inviato solo alla fine dello scrutinio dei voti in presenza e solo ad un rappresentante (scelto a caso, si immagina) del comitato delle primarie? Perché impedire ai rappresentanti di tutti i candidati di avere accesso al sistema ma limitarlo solo ai supporters di uno dei due? se non c’è nulla da nascondere, se tutto avviene in trasparenza, perché rifiutare?”. E ancora “non sarebbe più giusto e più corretto trattare la piattaforma partecipa alla stregua di un normale seggio elettorale, prevedendo la presenza dei rappresentati di tutti i candidati e non di uno soltanto?”. Secondo Cristoni, dunque, “bisogna assicurare che le operazioni di voto ed il relativo scrutinio avvengano nella massima trasparenza, anche al fine di rendere possibile un clima sereno e di avere un risultato chiaro e riconosciuto da tutti”.

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La risposta del Pd arriva per bocca dello stesso Gualandi, che richiama al rispetto delle regole che ci si è già dati. “Chiedere ora cose che non si possono fare appare strumentale e finalizzato a screditare uno strumento che ha già dato prova di efficacia, trasparenza e imparzialità. Nessuno dei rappresentanti dei candidati può avere accesso ai dati durante le operazioni di voto, in quanto è necessario garantire l’anonimato più assoluto. Sarebbe strano e sbagliato il contrario. Quello che stupisce e che appare inaccettabile è la polemica sul nulla da parte del rappresentante della Conti”. Inoltre, aggiunge il tesoriere Pd, ” Una specifica informativa sulla tutela della privacy – dice Gualandi – precisa tutte le informazioni richiesta dalla legge. Circa 5.000 elettori di Bologna hanno utilizzato la piattaforma accettando il vademecum per il voto online e per le preregistrazioni, le forze politiche della coalizione e i candidati hanno utilizzato e suggerito agli elettori di poter votare online anche considerato i limiti derivanti dall’emergenza pandemica. Tale possibilità si è realizzata per la prima volta in Italia. I dati trattati, essendo dati sensibili, vanno protetti e le regole per farlo le stabilisce la legge. Nel vademecum sono stati forniti ulteriori dettagli, accettati dai candidati e dalle forze politiche.  Diversa è la verifica sulle pre registrazioni, che può essere possibile sotto forma di consultazione in presenza del delegato del Comitato organizzatore”.

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