Primo vertice di Marta Cartabia sulla giustizia: “La Costituzione sia il faro per riformare il processo penale”

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ROMA – “Affrontare il nodo della prescrizione senza fretta, perché non ce n’è motivo, ma nel rispetto della Costituzione e dei tanti interventi dell’Europa sulla questione”. Con un obiettivo, “processi rapidi e giusti, e nel rispetto della funzione rieducativa della pena”. Parola di Marta Cartabia. 

Alla Camera, nella sala del governo, ecco il primo “vertice” politico sulla giustizia che ha per protagonista la neo Guardasigilli. L’ha convocato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, alla vigilia della maratona parlamentare che parte domani sul decreto Milleproroghe, dove si sono affacciati anche gli emendamenti contro la prescrizione dell’ex ministro Bonafede. Ma la conclusione del vertice con i capigruppo che si occupano di giustizia vede volatilizzare le ultime richieste di modifica rimaste sul tappeto. Dopo il passo indietro di Costa di Azione e di Magi di Più Europa, da ieri sera, dopo l’incontro con Cartabia, anche Sisto di Forza Italia e Annibali di Italia viva hanno deciso di soprassedere. 

È il primo risultato dell’effetto Cartabia e di un ordine del giorno, da lei proposto, che impegna il governo ad affrontare il nodo della prescrizione, ma non in modo estemporaneo, bensì nell’ambito delle riforme sul processo penale, ma soprattutto tenendo conto dei principi già fissati dalla Corte costituzionale e dall’Europa. Come dice Enrico Costa, alla fine del vertice, “è il cambio di passo che tutti auspicavamo”. 

 Dunque Marta Cartabia affronta la prima grana politica sul suo cammino, quella della prescrizione. D’Incà, preoccupato per il destino del decreto Milleproroghe, convoca la riunione. E subito Cartabia affronta il problema che ormai da mesi è oggetto di scontro all’interno della ex maggioranza (Italia viva contro Bonafede) e con l’ormai ex opposizione. 

Dice Cartabia ai capigruppo: “Non c’è un’urgenza di intervenire frettolosamente sulla prescrizione perché gli effetti della legge di Bonafede, che pure è in vigore, si esplicheranno tra alcuni anni”. Parole che non rappresentano affatto un rinvio sine die. Tutt’altro. Perché Cartabia aggiunge: “Senza indugio, ma anche senza fretta, bisogna considerare il tema della prescrizione anche alla luce delle altre iniziative legislative pendenti che riguardano il processo penale”. “L’obiettivo – dice Cartabia – è quello di stabilire un bilanciamento tra tutti i molteplici e complessi principi costituzionali ed europei coinvolti”. 

Insomma, per uscire dall’impasse, Cartabia propone a tutte le forze politiche di fare una sorta di passo indietro, con l’obiettivo però di farne uno in avanti. Per questo presenta un articolato ordine del giorno che impegna il governo “ad adottare le necessarie iniziative di modifica normativa e le opportune misure organizzative volte a migliorare l’efficacia e l’efficienza della giustizia penale, in modo da assicurare la capacità dello Stato di accertare fatti e responsabilità penali in tempi ragionevoli (articolo 111 della Costituzione), assicurando al procedimento penale una durata media in linea con quella europea, nel pieno rispetto della Costituzione, dei principi del giusto processo, dei diritti fondamentali della persona e della funzione rieducativa della pena”.

Parole che necessariamente non possono che essere accettate dai protagonisti dell’incontro, da Alfredo Bazoli del Pd, a Lucia Annibali di Italia viva, a Federico Conte di leu, da Enrico Costa di Azione, da Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, da Roberto Turri della Lega, da Mario Perantoni di M5S. Proprio da quest’ultimo arrivano suggerimenti per migliorare l’ordine del giorno che vengono accolti.

Si sgonfia la polemica sulla prescrizione che viene riportata sui giusti binari. Anche guardando in modo razionale agli effetti della legge Bonafede che, pur entrata in vigore dal primo gennaio 2020, esplicherà i suoi effetti, anche per reati non gravi, non prima di alcuni anni. Quindi, come spiega la stessa Cartabia, c’è tutto il tempo per affrontare la questione con l’obiettivo di assicura il giusto bilanciamento. Per raggiungere il risultato di cui ha parlato anche il premier Draghi. E che nell’ordine del giorno presentato dalla Guardasigilli è presentato così: “È necessario, attraverso opportuni interventi sulla legislazione penale sostanziale e processuale e l’iniezione e l’organizzazione delle necessarie risorse strumentali al funzionamento della Giustizia, in linea con gli standard europei, cercare di raggiungere un punto di equilibrio del sistema, che assicuri il contemperamento delle esigenze di effettività nell’accertamento dei reati e delle responsabilità personali con la tutela dei diritti fondamentali della persona, l’attuazione dei principi del giusto processo e della funzione rieducativa della pena”.

Come si fa a dire di no a uno work in progress di questo tipo? Infatti la riunione si chiude alla Camera con un sì a una road map che affronti il nodo della prescrizione in chiave tecnica, tenendo ben presente che dall’Europa sono arrivati numerosi moniti sia sui processi penali troppo lunghi, sia su una prescrizione che spesso ha falcidiato i risultati raggiunti. Trovare il punto di equilibrio adesso è nelle mani di Marta Cartabia.  

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