Pentito? “No”. L’estrema sintesi del pensiero del presidente Vladimir Putin sulla sciagurata missione in Ucraina, dopo 8 mesi di guerra e migliaia di morti, è una risposta secca a una domanda dei giornalisti al termine del summit ad Astana, in Kazakhstan. Nel discorso all’assemblea e nella conferenza stampa finale Putin rinnova le minacce ma anche la disponibilità a negoziare, una disponibilità che in realtà Mosca ha sempre sostenuto ma a cui l’Ucraina e i suoi alleati occidentali non hanno mai creduto: “La Russia userebbe una tregua per riorganizzare un grande attacco a primavera”, ha scritto oggi il sito russo di opposizione Meduza, sollevando i medesimi timori di Kiev.
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