Quali analisi fare dopo la mastectomia?

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Quali analisi si possono fare subito dopo un intervento di mastectomia monolaterale per l’asportazione di un tumore al seno, per capire se siano rimaste cellule tumorali residue in circolo?

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Risponde Annamaria Molino, docente presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona, già Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica e del Gruppo Senologico presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.

Dopo un intervento radicale per tumore al seno, la paziente viene sottoposta alla cosiddetta stadiazione. Per radicale intendiamo un intervento che abbia asportato completamente il tumore presente nella mammella ed eventualmente nei linfonodi. Stadiazione significa valutare se il tumore insorto nella mammella si è già diffuso in altri organi.

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Gli esami che si possono eseguire variano da una semplice ecografia dell’addome e una radiografia del torace, per arrivare a una PET/TAC; la scelta di quali esami eseguire si basa sul rischio di ricaduta, quando il rischio è basso sono sufficienti gli esami più semplici, come l’ecografia e la radiografia, in casi con rischio più elevato si eseguono esami più complessi.

Con gli esami di stadiazione, però, si evidenziano localizzazioni di malattia di almeno qualche millimetro, non singole cellule. La ricerca di singole cellule circolanti è oggetto di un’intensa ricerca, ma al momento non ci sono esami standardizzati consigliati nella pratica clinica. Dobbiamo anche sottolineare che, non potendo escludere del tutto che ci siano cellule circolanti, dato che non siamo ancora in grado di identificarle, le pazienti vengono in genere sottoposte alla cosiddetta terapia adiuvante, con chemioterapia e/o terapia antiormonale e/o terapia a bersaglio molecolare, proprio per distruggere queste cellule potenzialmente presenti. Questo approccio ha portato alle attuali percentuali di guarigione molto elevate.

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