Quante corone mancate: princesse che non saranno mai regine per “colpa” del loro sesso

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Sfumature di blu. Quelle che distinguono il sangue di un principe da quello di una principessa rendendo il primo adatto a regnare, e la seconda no. Aiko non è infatti la sola “regina mancata”, perché molte monarchie hanno regole di successione che precludono il regno alle donne.

Il Lesotho, per esempio, dove Senate Mohato Seeiso, ventenne primogenita di Letsie III, è stata scalzata dal fratello minore, il principe Lerotholi Seeiso. Ed è un peccato, perché per quanto illuminato potrà mai essere lui, che oggi ha solo 14 anni, la ragazza avrebbe forse saputo traghettare il piccolo regno africano verso la modernità, strenua paladina dei diritti dei bambini in lotta contro i matrimoni minorili. Di recente il segretario del governo ha sostenuto la necessità di cambiare le leggi perché Senate possa regnare, ma la principessa resta in attesa.

Anche la Malesia ha perso una principessa interessante, perfino due. Le figlie del sultano Sharafuddin di Selangor: Zerafina e Tengku Zatashah. La prima è una capace imprenditrice che ha sposato un britannico e a Londra ha lanciato un marchio che serve curry in polvere, pasta e zuppa agli esigenti clienti di Harvey Nichols e Harrods. Ha scelto invece Parigi sua sorella, Tengku Zatashah, per vivere e coronare la sua storia d’amore con un uomo conosciuto a un colloquio di lavoro, stile “Emily in Paris”. Il sultanato di Selangor è determinato dalla primogenitura agnatica, che preclude il trono alle femmine, quindi l’erede è Tengku Amir Shah, fratellastro minore di Zerafina e Tengku, benché sia nato in America da madre americana.

In Thailandia stessa sorte ha subito la principessa Rajasarinisiribajra, 43 anni, prima figlia del re Maha Vajiralongkorn. L’erede al trono è il fratellastro, principe Dipangkorn Rasmijoti, nato dal terzo matrimonio del sovrano, ma poco male perché Rajasarinisiribajra ‘funziona’ meglio con un altro ruolo: procuratrice presso il ministero della giustizia a Bangkok, ha ottenuto l’adozione, da parte delle Nazioni Unite, del “Regolamento di Bangkok”, prima serie di linee guida universali per il trattamento delle donne nel sistema giudiziario.

Sikhanyiso Dlamini è la primogenita dei 36 figli del re dello Swaziland, ma non gli succederà sul trono 

Anche la principessa Sikhanyiso Dlamini dello Swaziland, 34 anni, si è costruita un futuro che non prevede una corona; dopo gli studi in Inghilterra, California e Australia, è diventata Ministro delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione del Paese. Un piccolo regno regolato da regole di successione complicate: nonostante sia la maggiore dei 36 figli del re Mswati III (nati da 15 mogli), non diventerà mai regina perché nell’eSwatini un consiglio chiamato Liqoqo decide arbitrariamente quale delle mogli del sovrano sia la “grande sposa” genitrice del futuro re. Non sappiamo se Sikhanyiso abbia mai desiderato di diventare regina, ma di certo è una che ha sempre fatto sentire la sua voce, perfino criticando la poligamia: “vantaggiosa solo per gli uomini, la ritengo ingiusta e malvagia”. Imbavagliata dal Palazzo Reale dopo questa dichiarazione, sparì dai radar per molto tempo e la stampa non fu autorizzata a contattarla.
 

Tengku Zatashah del sultanato malese di Selangor 

Se le vite di queste principesse sembrano uscite da un film (e non sfugge la somiglianza di Sikhanyiso con la promessa sposa di Eddy Murphy ne Il principe cerca moglie) le cose non cambiano in Europa, dove anche le monarchie più glam sono vincolate a criteri di successione maschilisti e arcaici. A partire dal principato di Monaco dove a succedere al principe Alberto sarà il figlio Jacques, 7 anni, e non la gemella Gabriella benché nata “due minuti prima di lui”. Tanto bastava a farne una futura regina, ma le regole sono chiare: il figlio maggiore eredita il trono, o la figlia maggiore se non ci sono maschi. La legge ha sollevato Alberto e Charlene dall’imbarazzo di decidere a chi tra i gemelli consegnare il principato; avrebbero tirato a sorte? O guardato all’ordine in cui sono usciti dal grembo materno? Quando si dice che basta un niente, a cambiarti la vita…

reali

La principessa Aiko, che non sarà mai imperatrice del Giappone

Per Victoria di Svezia quel ‘niente’ è stata la firma apposta su una modifica dell’Atto di Successione dal leader socialista Olof Palme, che nel 1980 ha abolito la legge salica introducendo la primogenitura assoluta con validità retroattiva, riportandola quindi al primo posto in linea di successione a scapito del fratellino Carlo Filippo, secondogenito del re Carlo XVI Gustavo, nato principe ereditario e retrocesso al secondo posto quando aveva sette mesi.

Märtha Louise di Norvegia 

Anche la Costituzione della Norvegia è stata modificata, ma con effetto a partire dalla generazione successiva a quella regnante. Quindi la principessa Märtha Louise, primogenita di Harald V, si è vista sorpassare dal fratello Haakon, ma in compenso ai figli di quest’ultimo sarà garantita assoluta parità. In un prossimo futuro la principessa primogenita Ingrid Alexandra diventerà la seconda donna monarca che il Paese abbia mai avuto. Quanto alla zia Marta Louise, fare la regina probabilmente non le sarebbe neppure piaciuto; prima ha sposato uno scrittore, Ari Behn, e ora si prepara alle seconde nozze con uno… sciamano, Durek Verrett, guru delle star da Gwyneth Paltrow in giù. Naturalmente negli Stati Uniti, dove trovano esilio i royal expat a partire da Meghan ed Harry d’Inghilterra.

La sfilata delle mancate regine si conclude con la principessa Alessia di Grecia, primogenita di Costantino II. Per lei, nata femmina con il titolo di erede al trono, i giochi si chiusero presto con l’arrivo del fratello Pavlos, nel 1967, poiché la linea di successione seguiva il criterio di preferenza maschile. Non ci fu nemmeno troppo da discutere perché il Regno di Grecia finì nel 1973 eliminando di fatto la possibilità che lei o altri potessero ereditare la corona. Nemmeno sua nipote MariaOlympia di Grecia e Danimarca, figlia di Pavlos: è la prima di cinque figli ma solo sesta in linea di successione di un regno che non tornerà mai. Meglio consolarsi con una vita da socialite e modella con il plauso di oltre 220mila persone. Non sudditi, ma followers.

Maria-Olympia di Grecia 

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