“Quell’auto a Manhattan puntava proprio noi: così il viaggio di nozze è diventato un incubo”

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New York — Quando Imani Lucas, 29 anni, è uscita dalla stazione di polizia, mani legate dietro la schiena, scortata dagli agenti, i reporter dall’altra parte della strada le hanno chiesto, urlando: «Dio ti aveva detto di colpire anche quelle persone?». La donna non ha risposto: era stata appena incriminata per tentato omicidio plurimo, omissione di soccorso e guida spericolata. Era vestita ancora come domenica notte, quando con la sua Honda Accord scura era piombata su sette pedoni, tra cui una coppia di turisti di Piacenza, fermi all’incrocio tra la 36ª West e la 6ª Avenue, a Manhattan, in attesa del verde.

Il momento in cui l'auto piomba sui pedoni da un fermo immagine di una telecamera di sicurezza

Ma non si era fermata: era andata nel Queens, si era scontrata con un auto e aveva finito la corsa accerchiata da cinque macchine della polizia. Indossava infradito, jeans scoloriti e una maglietta grigia con scritto “Good Vibes”, buone vibrazioni. Agli agenti ha raccontato di aver sentito la voce di Dio che le parlava. «Ho chiuso gli occhi, pregato, e continuato a guidare». È risultata negativa al test su alcool e droga, ma non a quello psichiatrico. La donna soffrirebbe di problemi mentali: sarebbe affetta da disturbo bipolare e preda di attacchi maniacali. In queste condizioni aveva la patente, guidava ogni giorno e domenica era partita dal New Jersey per andare a Manhattan. I newyorkesi sono abituati a guardare in entrambe le direzioni, anche se la strada è a senso unico. Ma davanti alla follia non c’è precauzione.

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Nello stesso momento in cui Lucas veniva portava via dal distretto, a un chilometro e mezzo di distanza, nel reparto di terapia intensiva del Bellevue Hospital, Matteo Maj, 51 anni, grafico pubblicitario, ha parlato per la prima volta alla moglie, Giulia Gardani, 34 anni, istruttrice federale di tennis ed ex giocatrice entrata una volta nelle classifiche mondiali. Lei è la ferita più grave dei sette, tutti tra i 24 e i 61 anni: Gardani si è fratturata le vertebre cervicali, la parte alta della colonna vertebrale. Cinque ore di intervento chirurgico sulla rachide cervicale. Le hanno installato alcune placche. «È stato un incubo», racconta il marito, «momenti tremendi, noi due insieme e un attimo dopo… ma adesso Giulia sta meglio, ha aperto gli occhi, per fortuna mi ha riconosciuto. Le hanno tolto le macchine e ha respirato da sola. I dottori sono molto fiduciosi». La prima richiesta della moglie è stata da sportiva. «Mi ha fatto capire con il labiale», continua, «che voleva che accendessi la tv e mettessi un canale di sport, qualsiasi sport. Secondo i medici, Giulia ha recuperato in fretta grazie alla sua tempra di atleta». Maj si è fratturato il naso, tibia e perone della gamba destra. È ricoverato nello stesso ospedale. «Ho assistito a tutta la scena», racconta, «quella macchina scura ci è venuta addosso, accelerando. Ha puntato proprio noi, salendo sul marciapiede. Eravamo fermi in attesa del verde», ricorda, «dopo aver mangiato a Bryant Park, eravamo andati in zona Empire, poi stavamo risalendo verso nord, per rientrare in albergo. Era il nostro viaggio di nozze, rimandato per la pandemia. Domenica era la nostra ultima notte negli Stati Uniti».

Imani Lucas

Erano le 23.51 di domenica. Mentre i due italiani stavano risalendo la avenue, sulla 36ª, che incrocia a sinistra, una donna era al volante e in preda ai demoni. «L’avevo sentita poco prima al telefono», ha raccontato a Gothamist la madre, Melissa Lucas. «Le avevo chiesto: cosa stai facendo? E lei: sto guidando. Ma dove stai andando? Mi ha risposto ‘non lo so’, poi mi ha detto che sentiva strane voci dentro. Ho temuto il peggio». Le immagini riprese da una delle 8 telecamere di sicurezza dell’area hanno registrato il momento in cui l’auto piomba sui turisti come una bomba. La Honda ha attraversato l’incrocio, dirigendosi verso il marciapiede sulla destra. «Eravamo io, Giulia e altri turisti, asiatici», ricorda Maj. L’impatto è stato molto violento. «Siamo stati scaraventati a una decina di metri e siamo finiti tra un cumulo di rifiuti. La nostra fortuna», aggiunge, «è che i soccorsi sono arrivati subito e ci hanno portato in un ospedale molto organizzato». Per ora non è arrivato nessuno dall’Italia. I genitori di entrambi non sono in grado di sostenere un viaggio così lungo. Ieri era in programma la visita del console generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele. Maj rientrerà a casa nei prossimi giorni. La moglie resterà per la riabilitazione a New York, dove tra una settimana comincerà il torneo più importante del suo sport preferito e che, forse, le ha salvato la vita: gli Us Open di tennis.

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