Quirinale, Letta: “Nella scelta del capo dello Stato va coinvolta l’opposizione”. Meloni: “Non condivido bis Mattarella e non credo che Draghi sia interessato”

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“Nella scelta del capo dello Stato va coinvolta l’opposizione. Io ho fatto la mia parte sulla questione Copasir, sono stato tra quelli che hanno favorito il fatto che il presidenza andasse all’opposizione di FdI. Sono favorevole che la discussione comprenda FdI e finisca con un voto tutti insieme”. Lo ha detto Enrico Letta questa sera alla presentazione del libro di Fabrizio Roncone “Razza poltrona”. Anche Giorgia Meloni, presente alla presentazione, ha auspicato un Presidente della Repubblica condiviso.

“Credo che le quotazioni di Mattarella siano molto alte, mi pare per molti la strada più facile, non condivido questa scelta. Forzare le regole per una seconda volta dopo l’esperienza Napolitano mi pare brutto. Non credo che Draghi sia particolarmente interessato al Quirinale” ha detto Meloni. “Sarebbe una grande vittoria della politica aprire un dialogo, non mettere un proprio uomo, l’idea che ho io è quella di un presidente che garantisce il sistema, che sia slegato alle dinamiche” ha aggiunto.

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Alla luce delle partite europee, con le regole del patto di stabilità e l’impegno a rendere permanente il Recovery, “credo che avere Draghi primo ministro sia una garanzia. Quindi per me” è fondamentale “avere Draghi fino al 2023 – ha aggiunto Letta – La mia previsione è che l’anno prossimo non ci saranno elezioni anticipate”. Resta da capire a chi spetterà l’onore di presentare una candidatura. “Con i presidenti eletti su proposta della nostra parte politica – ha aggiunto Letta – abbiamo fatto un servizio al Paese, non abbiamo fatto scelte di parte. Le selte che faremo saranno in linea con questo spirito”.

Meloni ha detto di essere favorevole al semipresidenzialismo alla francese. Letta ha replicato che in Francia intendono cambiare il sistema perché garantisce una maggioranza assoluta a chi prende il 20-25 per cento. La Meloni si è detta favorevole perché in questo modo si garantisce un governo per 5 anni. “La mia proposta è un sistema semipresidenziale, alla francese, con sicura governabilità, un legame molto solido tra i cittadini e chi li rappresenta. La sfida oggi è rimettere il Palazzo nelle mani dei cittadini”, ha precisato meglio il suo pensiero.

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Letta e Meloni si sono detti d’accordo invece su una legge elettorale che superi le liste bloccate, che vincola gli eletti ai capicorrenti. Letta ha auspicato un intervento sui cambi di casacca, che sono arrivati a quota 260. Sono stata criticata per l’espressione ‘metadone di Stato’ per il reddito di cittadinanza. La rivendico”, ha quindi aggiunto Meloni. “Ho detto – ha spiegato – che la mentalità dalla quale muove il M5S per il reddito di cittadinanza, è lo stesso che usa lo Stato per risolvere il problema della tossicodipendenza: il metadone non cura la malattia. L’errore è ritenere che si possa trattare nella stessa maniera un disabile e un ragazzo di trent’anni che potrebbe lavorare. Il reddito di cittadinanza è stato un grandissimo disincentivo al lavoro. Per funzionare, i centri per l’impiego dovrebbero trovare proposte in due settimane, e l’assegno dovrebbe essere significativamente più basso di quello che guadagni con un qualsiasi lavoro. Soluzioni? Il lavoro di cittadinanza”.

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