Racalmuto, l’omicidio della coppia: fermato il figlio. Ha confessato: “Sentivo voci nella mia testa”

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Alla fine ha confessato: “Sentivo voci nella mia testa”. Parole a tratti confuse. Nel cuore della notte è scattato il fermo di Salvatore Sedita, il figlio 34enne della coppia trovata in un lago di sangue, ieri pomeriggio. Drammatica la scena scoperta da una delle figlie: Giuseppe Sedita, 64 anni, e Rosa Sardo, 62, erano riversi per terra, abbracciati, colpiti a morte da decine di coltellate. I primi sospetti dei carabinieri del comando provinciale di Agrigento, diretto dal colonnello Vittorio Stingo, si erano subito orientati verso Salvatore Sedita, indicato dai vicini come un “giovane problematico, con problemi psichici”: negli ultimi giorni, erano stati sentiti continui litigi fra il figlio e i genitori. Ma niente faceva presagire un epilogo così drammatico. Ieri sera doveva essere peraltro una serata di festa: Giuseppe Sedita era andato in pensione, dopo una lunga carriera nella Forestale, e la famiglia aveva organizzato una festicciola. Però da alcune ore la coppia non rispondeva, e una delle figlie si è insospettita. Arrivata nell’appartamento dei suoi, in contrada Stazione, ha fatto la drammatica scoperta. Intanto, Salvatore Sedita vagava tranquillo per il paese. Dopo il delitto, si era anche cambiato.

Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia, è sotto choc per l’ennesimo fatto di sangue nell’Agrigentino. Qualche settimana fa un altro drammatico omicidio ha insanguinato la provincia.  Un cardiologo, Gaetano Alaimo, è stato ucciso da un paziente, Adriano Vetro, all’interno del suo studio medico. L’assassino ha fatto fuoco con una pistola rubata uccidendo sul colpo il professionista che non gli voleva rilasciare il certificato che gli sarebbe servito per il rinnovo della patente.

Ora si indaga per ricostruire la storia di Salvatore Sedita, per comprendere se il suo caso era stato già preso in carico dai servizi sociali o psichiatrici. Intanto, per tutta la notte, i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche sono rimasti al lavoro nell’appartamento al terzo piano di contrada Stazione. Sul posto anche il sostituto procuratore di turno Gloria Andreoli, che segue le indagini assieme al procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella.

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