Ragazza accusa di stupro cinque calciatori della Virtus Verona. I tifosi: “Siamo scioccati, sospendeteli”

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Cinque giovani, tutti calciatori professionisti, sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza di 20 anni. La vicenda risale al gennaio 2020: la giovane, studentessa universitaria, li accusa di stupro, loro negano e parlano di “rapporti consenzienti”. I cinque giocavano allora nella Virtus Verona, squadra del campionato di Serie C. Nel corso dell’udienza preliminare il giudice dovrà decidere se per la vicenda si dovrà andare a processo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.

La ragazza ha raccontato alla polizia nella denuncia di essere stata vittima di “violenza sessuale di gruppo dopo essere stata indotta a bere a dismisura”. I cinque giovani, tutti tra 21 e 29 anni, giocavano nella Virtus Verona, società di Serie C che è totalmente estranea alla vicenda. Tre dei cinque nel frattempo hanno cambiato squadra. La ragazza accusa di stupro quattro dei cinque giovani, mentre il quinto avrebbe ripreso le scene con i telefonini.

I tifosi: “Chi ama il calcio odia la violenza sulle donne”

Dura la presa di posizione dei tifosi della Virtus Verona: “Siamo scioccati, indignati e molto arrabbiati di apprendere dai mass media che cinque giocatori della Virtus Verona siano indagati per un presunto stupro ai danni di una ragazza, avvenuto nel gennaio 2020”, scrive, in una nota sulla propria pagina Facebook, il gruppo Virtus Verona Rude Firm 1921. “La Virtus Verona e la sua tifoseria organizzata – spiegano – da sempre vantano con orgoglio la difesa dei diritti umani, sempre schierati contro ogni razzismo, discriminazione, violenza sulle donne e sempre dalla parte di tutte quelle categorie di persone meno tutelate e rispettate. Come tifosi Virtussini chiediamo pertanto alla società chiarimenti e l’immediata sospensione da tutte le attività sportive dei giocatori coinvolti nella vicenda, che rientrino ancora nella rosa della squadra, fino a che non venga fatta chiarezza da parte della magistratura. Chi ama il calcio, odia la violenza sulle donne e chi la copre”, conclude il gruppo.

La società: “Il rispetto è il nostro valore”

La Virtus Verona commenta oggi la vicenda. “Una vicenda di natura privata, avvenuta al di fuori del contesto sportivo e per la quale la giustizia sta facendo il suo corso. La Virtusvecomp Verona – scrive il club veneto in una nota – una volta venutane a conoscenza, ha mostrato da subito sensibilità e attenzione limitandosi contestualmente a quanto strettamente di competenza, riponendo massima fiducia nella magistratura, ritenuta l’unica in grado di giudicare. La Virtusvecomp vanta una storia centenaria, fatta di calcio ma soprattutto di solidarietà, impegno sociale e massimo rispetto nei confronti di tutti. Da tanti anni concentra la propria attività tra sport ed inclusione ed ha sempre avuto, tra i suoi valori fondanti, proprio il rispetto verso l’altro chiunque esso sia: uomo, donna, bianco, nero, ricco, povero. Il nostro modo di vivere l’inclusione ha a che fare con la quotidianità; con la volontà di prenderci cura degli altri, fermamente convinti che tutti abbiano diritto ad essere aiutati e rispettati. Crediamo che le uniche cose che contano davvero siano umanità, sensibilità ed onestà. La cura e il rispetto dell’altro, ancor prima di essere un dovere morale, sono parte del nostro Dna”. La società veronese conclude precisando che “sono stati già attivati gli organi legali di fiducia al fine di vedere tutelata la propria immagine di Società modello, riconosciuta tale a livello locale, nazionale ed internazionale”.

Ghirelli: “Turbato dalla vicenda”

“La vicenda di presunta violenza sessuale che vede imputati cinque calciatori e che coinvolgerebbe una giovane ragazza mi turba come dirigente sportivo e come uomo di famiglia”, ha detto Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro. ”Chiaramente la giustizia deve fare il suo corso, è opportuno salvaguardare il profilo processuale – prosegue Girelli in una nota – Tuttavia non avrei voluto mai apprendere una simile notizia, da dirigente perché vengono messi in discussione valori come il rispetto dell’altro, che noi professiamo anche fuori dal campo. C’è al contempo un risvolto umano, penso anche alle famiglie della giovane donna e dei calciatori, ai loro amici, alla loro rete sociale, al Presidente della Virtus e al club. Penso al turbamento e all’angoscia che stanno provando, sentimenti che al di là del percorso processuale segneranno per sempre la loro esistenza”.

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