Rai, Conte cambia idea: “Il M5S torna in tv. Presto una nostra proposta di riforma”

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Il Movimento 5 Stelle ha deciso di sospendere “l’assenza simbolica dalle testate del servizio pubblico radiotelevisivo sulla quale avevamo collegialmente convenuto lo scorso 17 novembre. Una decisione – quella di oggi – che matura in uno dei momenti più delicati e difficili di questa pandemia, in cui è indispensabile metterci la faccia e avere un filo diretto con gli italiani per spiegare le decisioni con trasparenza e trasmettere forza e fiducia”. È il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, a motivare la decisione presa due mesi fa dopo le nomine in Rai dell’ad Carlo Fuortes che non avevano accontentato i desiderata del M5S. E per questo mandato su tutte le furie Conte che aveva annunciato: “Il M5S non farà più sentire la sua voce nel servizio pubblico” e mandando tuttavia in fibrillazione la truppa parlamentare. Ora l’ex premier cambia posizione.

M5S, torna Grillo e dileggia Conte: “Specialista in penultimatum”

Ma la decisione presa a metà novembre aveva – ancora una volta – creato scompiglio nel Movimento. Beppe Grillo durante  un convegno alla Camera aveva ironizzato e affondato la scelta di Conte: “AConte è un gentleman, non riesce a dare degli ultimatum, è uno dei più grandi specialisti di penultimatum che abbiamo visto…”, aveva detto il co-fondatore.

Ora però Conte ci ripensa. “In queste settimane il Movimento 5 Stelle ha accelerato il percorso che porta a una proposta di riforma della Rai. In primo luogo con l’attività e le audizioni a livello parlamentare, il confronto con gli esperti e lo studio delle recenti riforme del sistema radiotelevisivo attuate in altri Paesi europei – ha spiegato il leader del M5S – Abbiamo anche programmato un evento attraverso il quale, nei prossimi giorni, illustreremo i capisaldi di questo progetto, aprendo un dialogo nel Paese per superare le attuali dinamiche, consunte e dannose, dell’attuale assetto della Rai“.

E ancora. “Crediamo che sia questo il momento decisivo per proporre una riforma che declini al futuro l’azione della Rai, rendendola appetibile e al passo con le sfide tecnologiche e culturali che i tempi ci impongono – ha continuato l’ex premier – Per queste stesse ragioni, abbiamo deciso di sospendere l’assenza simbolica dalle testate del servizio pubblico radiotelevisivo sulla quale avevamo collegialmente convenuto lo scorso 17 novembre”.

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