Rai, Franco Di Mare in Vigilanza: “Caso Fedez solo molto rumore, c’è stata manipolazione dei fatti e nessuna censura”

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“Nessuna censura, solo manipolazione dei fatti che ha ottenuto l’effetto desiderato: quello di gettare discredito sul servizio pubblico”. Il direttore di Rai3 Franco Di Mare apre così il suo intervento in commissione Vigilanza Rai sul caso Fedez-Primo Maggio e, in particolare, sulle accuse rivolte dall’artista al Servizio Pubblico che, a suo dire, non lo avrebbe lasciato libero di esprimersi sul palco del Concertone. “Si tratta di una polemica basata sulla manipolazione dei fatti, che avrebbe dovuto dimostrare nelle intenzioni dell’autore l’esistenza di una censura che non c’è mai stata”, ha aggiunto Di Mare.

L’audizione è anche un’occasione per approfondire il tema del rapporto fra il diritto-dovere di cronaca e il Servizio Pubblico alla luce del servizio di Report, andato in onda su Rai3, lunedì sera, dedicato al leader di Italia Viva Matteo Renzi e al suo incontro con l’agente dei servizi segreti Marco Mancini avvenuto in un autogrill, il 23 dicembre scorso in piena crisi di governo.

Caso Fedez-Primo Maggio

Sono tanti i sospetti del direttore del RaiTre, Franco Di Mare, sul concertone. Da subito ha respinto le accuse di censura del rapper Fedez contro la sua vice, Ilaria Capitani, definendo le dichiarazioni dell’artista “gravi e infamanti”. Per Di Mare, la famosa telefonata registrata all’insaputa di tutti e poi pubblicata sui social da Fedez in una versione tagliata ad arte, altro non era che una trappola.

La sera del Concertone il rapper ha recitato il suo testo in versione integrale accusando la Rai di censura. Viale Mazzini ha prontamente smentito e il rapper, di conseguenza, ha pubblicato sui social un video che riprende la telefonata intercorsa tra lui e il capo degli autori di iCompany (la società che produce la kermesse per la Rai) Massimo Cinque che lo esorta ad “adeguarsi a un sistema che lei probabilmente non riconosce”. Poi interviene la vicedirettrice di Rai3, Ilaria Capitani, che taglia corto: “Non c’è alcuna censura, la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, non è responsabile della sua presenza né di quello che dirà”. E aggiunge: “Ritengo inopportuno il contesto”.

“Ci si rende subito conto che nella sua versione ci sono gravi omissioni e che questi tagli alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice – aveva scritto giorni fa di Di Mare sui social – che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria e che alla domanda esplicita dell’artista se può esprimere considerazioni che lei reputa inopportune ma lui opportune lei risponde con un netto ‘assolutamente’. Ma di questo nella versione di Fedez non c’è traccia alcuna”.

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Salini: “Responsabilità contratti autori e artisti è di ICompany”

La Lega nei giorni scorsi, era passata al contrattacco, dopo il duro intervento di Fedez contro alcuni esponenti del partito di Matteo Salvini per il Ddl Zan. Massimiliano Capitanio, il capogruppo della Lega in commissione di Vigilanza Rai e segretario della bicamerale, aveva chiesto “di vedere il contratto tra la società esterna (ICompany) che ha organizzato il Concertone e la Rai”. E ora l’ad della tv di Stato, Fabrizio Salini, rispondendo alla presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha detto: “La iCompany, società individuata da Cgil Cisl e Uil, è l’unica detentrice dei diritti di utilizzazione e sfruttamento del Concertone del Primo Maggio fino al 2023. E anche quest’anno è Rai3 ad aver acquisito i diritti di ripresa, ma è la iCompany a provvedere direttamente alla contrattualizzazione di autori, conduttori, cantanti e artisti sostenendo anche le spese legate all’allestimento del palco, delle aree accessorie ed a tutti gli altri oneri inerenti all’organizzazione dell’evento. Mentre è la Rai, acquisiti i diritti di ripresa, a provvedere alle riprese con personale (compreso il regista), dotazioni e mezzi di ripresa, quasi tutti coperti con risorse interne. E quest’anno il costo del contratto è inferiore di circa un quarto rispetto al valore dell’edizione 2019 e dimezzato rispetto al corrispettivo economico riconosciuto per l’edizione di 10 anni fa”.

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Il caso Renzi-Report

Durante la Vigilanza Rai viene anche approfondito il rapporto fra il diritto-dovere di cronaca e il Servizio Pubblico alla luce del servizio di Report sull’incontro tra Renzi e Mancini. In sostanza la domanda è se e con quali modalità le immagini diffuse dalla trasmissione, che sono di provenienza privata e coperta da riservatezza, potessero essere usate sebbene non rappresentassero inequivocabilmente la prova di un reato. Non mancano da sempre, infatti, interrogativi e interpretazioni difformi sul rapporto fra diritto alla privacy e criterio della essenzialità e continenza della notizia. Ed è proprio su questo che il presidente vorrebbe chiedere elementi di valutazione al direttore Di Mare che guida la rete da sempre attenta al giornalismo investigativo, pur tenendo conto che la trasmissione di lunedì scorso ha offerto correttamente il diritto di replica all’interessato.

La proposta di approfondimento del presidente Barachini sarebbe stata accolta favorevolmente dai commissari della Vigilanza, aperti al confronto anche su questa materia, pur ribadendo – in primis gli esponenti del Movimento Cinque Stelle – la massima attenzione alla tutela della libera informazione.

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