Rapporto Gimbe: calano i casi di Covid in Italia per la prima volta dopo nove settimane

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Calano i casi Covid in Italia per la prima volta dopo nove settimane di aumento: nel periodo 1-7 settembre, i nuovi contagi segnano un -12,5%. Ulteriore frenata negli ospedali che vedono solo +1,3% di ricoveri in area medica e +3,5% in terapia intensiva. È quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe. “Per la prima volta da fine giugno diminuiscono i nuovi casi settimanali sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 5.644”, spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe.

Rispetto alla settimana precedente, i casi sono calati da 45.134 a 39.511 (meno 12,5%). Sono però aumentati i decessi (417 rispetto ai 366 precedenti). L’aumento è del 13,9%, anche se 82 sono riferiti a periodi precedenti. Scendono anche i casi attualmente positivi (133.787 contro 137.925, -4.138, pari a -3%) e le persone in isolamento domiciliare (128.917 contro 133.129, -4.212, pari a -3,2%).
 

Sul fronte vaccinazioni, 4,1 milioni di over 50 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (dal 17,7% della Sicilia al 7,1% della Puglia): di questi, 3,16 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. I vaccini, somministrati in oltre 5 miliardi di dosi in tutto il mondo, si sono rivelati sicuri ed efficaci. Nonostante questo però, “raggiungere l’immunità di gregge resterà una chimera” dice Cartabellotta. “Non esistono i presupposti epidemiologici per la cosiddetta immunità di gregge, in grado di proteggere i non vaccinati grazie ad un’elevata percentuale di persone non più suscettibili al contagio, perché vaccinate o guarite. Al momento, infatti, nessun vaccino è approvato per i soggetti sotto i 12 anni, pari oltre 5,8 milioni di persone, tra cui il virus continua a circolare. Inoltre i vaccini approvati non conferiscono un’immunità totale contro il virus e anche chi è vaccinato ha una probabilità, seppure molto più bassa, di infettarsi e trasmettere il virus”.

A proposito dell’obbligo vaccinale, Gimbe ricorda che sono molto validi nell’offrire “una protezione individuale da malattia grave o decesso, in particolare per gli over 50” e nel “ridurre al minimo la circolazione virale. Visto che quest’obiettivo è oggi basato su robuste evidenze, spetta alla politica scegliere la strategia con cui raggiungerlo: dal punto di vista scientifico – precisa – tutte le carte sono in regola per istituire l’obbligo vaccinale”.

Nell’ultima settimana, aggiunge il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, solo 3 Regioni hanno registrato un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 9 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Sono le 63 le province che presentano un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le province raggiungono o superano tale soglia. In 7 province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (231), Messina (189), Ragusa (170), Trapani (170), Catania (165), Prato (164) e Caltanissetta (159).

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