Recovery fund, sospiro di sollievo dalla Germania: la Corte costituzionale sblocca il piano Ue per la ripartenza

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BERLINO – L’Europa può tirare un sospiro di sollievo – per ora. Come anticipato da Repubblica, in un verdetto preliminare la Corte costituzionale di Karlsruhe ha sbloccato il Recovery Fund per la Germania prima della fine di aprile, fugando dubbi su un possibile ritardo tedesco sulla tabella di marcia europea. E’ il via libera, intanto, alla promulgazione da parte del presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier della legge sui “mezzi propri” che consentirà alla Commissione europea di finanziarsi per conto proprio, a partire dai bond comuni.

Berlino si aggiunge così alla maggior parte dei 27 Paesi europei che hanno già approvato la legge. Karlsruhe ha parzialmente rigettato il ricorso dell’ex fondatore dell’Afd, Bernd Lucke. Ma manca ancora il verdetto principale, e non si sa quando arriverà.

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In base alla sentenza preliminare, i giudici respingono gli argomenti di Lucke sostenendo che “non è molto probabile che la responsabilità di bilancio complessive del Bundestag (…) siano state violate”. Quindi, concludono, “l’autorizzazione alla Commissione Ue di finanziarsi sul mercato fino a 750 miliardi di euro (…) non crea rischi diretti per la Germania o il suo bilancio federale”.

La legge sui “mezzi propri” era stata bloccata dal ricorso di Lucke, dopo un via libera del Bundestag con una maggioranza schiacciante dei tre quarti, e il voto addirittura unanime del Bundesrat. E la sovranità del Parlamento tedesco su questioni finanziari continua a essere il faro dei togati di Karlsruhe.

Nel verdetto preliminare si legge che in base alla Carta tedesca “sarebbe inammissibile creare strumenti permanenti che avessero (per la Germania, ndr) come conseguenza un’assunzione di rischi per le decisioni prese da altri Paesi, specialmente se potessero avere conseguenze non prevedibili. Ogni qualvolta la federazione dovesse decidere misure significative di solidarietà al livello internazionale o europeo che riguardassero spese pubbliche, l’approvazione del Bundestag sarà richiesta in ogni singolo caso”. E la Corte impone anche che il Bundestag “abbia sufficiente influenza su come i fondi saranno utilizzati”. Per ora i togati sono arrivati alla conclusione che non c’è stata violazione della sovranità del Parlamento tedesco.

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Ma – ed ecco i primi, possibili paletti – Karlsruhe si riserva anche di esaminare se la legge sui “mezzi propri” possa “portare a strumenti permanenti che produrrebbero un’assunzione di rischi per decisioni prese da altri Stati membri, e se questi rischi potenziali possano incidere strutturalmente sui poteri di bilancio del Bundestag, e se sarà garantito che il Bundestag abbia sufficiente influsso parlamentare sulle decisioni che riguarderanno come verranno usati quei fondi”. E “non è escluso”, sostiene Karlsruhe, che ci sia una violazione della Costituzione, in questo senso. 

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