Redditi, nel 2020 quelli degli autonomi più che doppi dei dipendenti. Solo il 4% oltre 70mila euro

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MILANO – Nel 2020 il reddito medio dei lavoratori autonomi è stato oltre il doppio di quello dei lavoratori dipendenti. È quanto emerge dai dati delle dichiarazioni 2021 relative ai redditi 2020 pubblicate oggi dal Mef. Dati che confermano dinamiche già consolidate da diversi anni, come il grandi divario tra autonomi e dipendenti e il basso livello di quelli che vengono classificati come imprenditori. In particolare, il reddito medio da lavoro autonomo, è stato pari a 52.980 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori si è fermato a 19.900 euro, quando per imprenditori si intendono i titolari di ditte individuali e non chi esercita attività economica in forma societaria. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è risultato pari a 20.720 euro, quello dei pensionati a 18.650 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate è risultato 16.450 euro.

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Il reddito complessivo totale dichiarato nel 2020 ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro (-19,4 miliardi rispetto all’anno precedente) per un valore medio di 21.570 euro, in calo dell’1,1% rispetto al reddito medio indicato l’anno precedente nelle dichiarazione dei redditi. Differenze emergono chiaramente se si guarda alle ‘classi di reddito’: “Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo nel 2020 il Mef osserva che circa il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona circa il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando il 29% dell’Irpef totale”. Ci sono poi da considerare circa 10,4 milioni di soggetti che hanno un’imposta netta pari a zero. Considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus Irpef e trattamento integrativo, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,8 milioni. Rispetto al totale di circa 41,2 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, risulta che a non pagare l’Irpef è un soggetto su tre.

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.630 euro); anche nel 2020, quindi, rimane cospicua la distanza tra le regioni centro-settentrionali e il Sud.

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Per il bonus Irpef spesi 12 miliardi

Il credito denominato “Bonus Irpef” di 960 euro (80 euro mensili), introdotto nel 2014 e riconosciuto ai titolari di reddito di lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati, la cui imposta sia di ammontare superiore alle detrazioni per lavoro dipendente, è stato sostituito dal 1° luglio 2020 dal trattamento integrativo che prevede un credito di 600 euro (100 euro mensili per il periodo 1° luglio – 31 dicembre 2020) riconosciuto ai soggetti con reddito complessivo fino a 28.000 euro.

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Inoltre è stata introdotta un’ulteriore detrazione, per i soggetti con reddito compreso tra 28.001 e 40.000 euro, di importo pari a 600 euro (80 euro mensili) che decresce fino ad azzerarsi per i soggetti con reddito complessivo pari a 40.000 euro). Dalle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2020 risultano 12,8 milioni di soggetti con bonus spettante o trattamento integrativo per un ammontare di 11,9 miliardi di euro (+19,7% rispetto al 2019).

1,1 miliardi per il bonus facciate

Nell’ambito delle spese per il recupero edilizio e per il risparmio energetico sono state introdotte sia le spese per il bonus facciate detraibili al 90% (che ammontano a 1,1 miliardi di euro di spesa) che le spese per il superbonus energetico al 110% (quest’ultimo effettivamente operativo solo negli ultimi mesi del 2022, per un ammontare di circa 132 milioni di euro di spesa).

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