Reddito di cittadinanza: dai non residenti alle false dichiarazioni sul lavoro. Così l’Inps ha bloccato 290mila domande

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MILANO – Mentre il governo lavora con la Manovra all’introduzione di forti paletti per ridurre e poi spegnere il Reddito di cittadinanza, l’Inps esce con una nota nella quale fa presente come il suo sistema di controlli abbia portato a sventare potenziali distorsioni nel beneficio di sostegno al reddito.

L’Istituto riconosce che spesso il Rdc è stato oggetto di “ampio dibattito” e “particolare attenzione mediatica”, in particolare all’emergere di truffe e accrediti illeciti. E ricorda di avere via via intensificato i controlli ex ante, di pari passo con l’evoluzione della norma, e in particolare in ottica “antifrode”. Ha elaborato scenari di rischio per bloccare le domande “sintomatiche della presunta insussistenza di uno o più requisiti in capo al richiedente (o al nucleo familiare) e di altre situazioni potenzialmente incompatibili e di adottare tempestivamente i conseguenti provvedimenti di reiezione.

In particolare, i principali scenari di rischio riguardano:

  1. mancanza del requisito della residenza in Italia;
  2. false o omesse dichiarazioni relativamente alla posizione lavorativa dei componenti il nucleo familiare;
  3. false dichiarazioni circa la composizione del nucleo familiare.

Quando i sistemi Inps rilevano domande che presentano un indicatore di rischio associato a queste casistiche, le istanze vengono immediatamente respinte dalla procedura che gestisce la misura. Possono esser sospese nei casi in cui sia necessario vederci chiaro, “comunque sempre in via preventiva rispetto al pagamento del beneficio”. I risultati di questa attività ex-ante, rivendica ancora l’Inps, “hanno permesso di individuare su circa 1.290.000 domande pervenute, nei primi dieci mesi del 2022, oltre 290.000 a rischio: la stragrande maggioranza, 240.000, faceva riferimento ai primi due scenari ed è stata respinta in automatico prima che la prestazione potesse essere indebitamente percepita”. Altre 50.000 domande sono state sospese e sottoposte ad ulteriori controlli.

L’efficacia dei controlli – spiega una nota – è comprovata dai dati esposti nella tabella allegata che evidenzia il numero delle pratiche respinte, decadute e revocate al 30 settembre 2022.

Anno

respinte

decadute

revocate

2019

492.492

66.757

882

2020

342.392

232.791

25.877

2021

443.980

306.979

126.311

2022 – al 30/09

456.331

264.964

60.523

1.735.195

871.491

213.593

A queste casistiche, l’Inps dice di avere aggiunto un altro scenario di rischio: quello relativo all’eventuale titolarità di imprese e/o di qualifiche/cariche sociali da parte dei componenti il nucleo familiare richiedente il beneficio. Tale circostanza, infatti, seppure di per sé non incompatibile con la fruizione del beneficio RdC, è ritenuta sintomatica di potenziali frodi comunque connesse alla fruizione del Reddito di Cittadinanza oppure ad irregolarità concernenti il settore delle aziende, quali, ad esempio, quelle dei “prestanome” nella titolarità delle stesse. Anche le domande riconducibili a tale scenario vengono intercettate e sottoposte ad ulteriori controlli.

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