È scontro frontale sui diritti transgender tra il governo britannico di Rishi Sunak e la premier scozzese Nicola Sturgeon. Tanto che l’esecutivo centrale ha ufficialmente annunciato, per la prima volta dalla devolution dei tempi di Tony Blair avvenuta a fine anni Novanta, di voler bloccare una legge di Edimburgo che permette a chiunque abbia almeno 16 anni di cambiare genere con una semplice autocertificazione. Un provvedimento che aveva scatenato immediatamente la reazioni di intellettuali femministe come la scrittrice e madre di Harry Potter, J.K. Rowling, che aveva bollato Sturgeon e governo scozzese come “misogini”, per quello che è tuttora uno scontro tra due delle donne più potenti del Regno Unito.
La leader indipendentista Sturgeon però considera “un’intromissione inaccettabile” quella del governo Sunak, “un’arma politica che potrebbe aprire il passo al blocco di altre leggi del parlamento nazionale scozzese in futuro”. Il governo britannico risponde che il “provvedimento è necessario” principalmente due motivi: la legge scozzese di cambio facile di gender (inclusi i minorenni di almeno 16 anni) creerebbe disfunzioni e contraddizioni nel riconoscimento di genere da parte delle altre nazioni del Regno, anche per quelle scuole e istituzioni destinate a un solo sesso. Ma soprattutto, secondo l’esecutivo di Londra, resta un provvedimento che “mette a rischio la sicurezza delle donne”, negli spazi a loro riservati, come aveva fatto notare la stessa Rowling. Per questo, il governo Sunak ha deciso di intervenire per la prima volta, invocando l’articolo 35 dello “Scotland Act”, e innescando così uno scontro costituzionale che molto probabilmente finirà in tribunale ed eventualmente davanti alla Corte Suprema.
La recente legge sul cambio facile di gender in Scozia è controversa per due motivi: abbassa l’età della decisione autonoma di chi soffre di disfonia di genere da 18 a 16 anni, e soprattutto elimina la visita medica prima dell’effettivo cambio di gender, riducendo quest’ultimo praticamente un’autocertificazione. Qualcosa che per il governo britannico può essere pericoloso in quanto possibile cavallo di troia di impostori o addirittura malintenzionati, anche negli spazi riservati specificatamente alle donne. “È una giornata nera per la democrazia e per i diritti trans”, ha risposto la ministra della giustizia sociale del governo devoluto scozzese, Shona Robison, che difende invece il provvedimento del suo governo locale.
La legge è passata con 86 voti contro 39 al parlamentino di Edimburgo dominato dal partito indipendentista di Sturgeon Snp, ma ciò non ha placato le polemiche. Al di là di quelle eccellenti di J.K. Rowling, anche i sondaggi sembrano dare torto al governo Sturgeon e alla sua legge sui diritti transgender: negli ultimi giorni una ampia maggioranza di scozzesi, secondo le rilevazioni degli istituti di gradimento, sembrano contrari al provvedimento della leader indipendentista per i diritti trans.
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