Renzi, il processo per danno erariale rinviato a fine pandemia: sì a diritto di difesa in presenza

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Processo rinviato a data da destinarsi, fino alla fine dell’emergenza sanitaria, per consentire a Matteo Renzi (tramite i suoi legali) di difendersi in presenza. Si è chiusa così l’udienza del processo in Corte dei Conti in cui è “imputato” il leader di Italia Viva, chiamato a rispondere di un presunto danno erariale di 69 mila euro per la scelta di due collaboratori non laureati nel suo staff, nel 2009 quando era sindaco di Firenze.

Durante l’udienza, tenuta in video conferenza a causa dell’epidemia, i difensori di Renzi hanno fatto valere il diritto di difendersi in presenza: il processo riprenderà dunque solo quando i numeri del contagio permetteranno il normale svolgimento delle attività.

Oggi era in programma il processo contabile a carico dell’ex senatore di Ala Denis Verdini, accusato per la truffa legata ai finanziamenti ricevuti dalla Società Editoriale Toscana (Ste), che pubblicava Il Giornale della Toscana. Anche in questo caso c’è stato un rinvio (al 7 luglio) per questioni di procedura legate alla nomina dei difensori.

Durante le indagini la Procura della Corte dei Conti aveva disposto un sequestro “conservativo” a carico di Verdini e dell’ex deputato Massimo Parisi fino a un valore di 9 milioni e 100 mila euro, pari ai contributi pubblici per l’editoria “ottenuti non avendone diritto”.

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