RepIdee, l’energia di domani: mercato libero per tutti, ecco cosa cambierà per i consumatori

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Servirà consapevolezza da parte dei clienti, ma anche affidabilità degli operatori. Nel 2023 si realizzerà il passaggio al mercato libero dell’energia. Come si sta preparando Enel, principale operatore del settore ed ex monopolista? “Come italiani siamo all’avanguardia per l’utilizzo della liberalizzazione, oltre il 50% degli italiani ha scelto il proprio gestore. Dal 1° gennaio 2023 questo verrà esteso a tutti. Come Enel – spiega il Responsabile mercato Nicola Lanzetta – siamo ben favorevoli a questo passaggio perché è il consumatore che deve scegliere e valutare il servizio. Noi pensiamo che questo sia un processo guidato dal consumatore, che è il vero arbitro: occorre diffondere e, resa nota questa opportunità, serve un impegno di comunicazione importante. Oggi in Italia esistono ben 800 operatori, un numero a nostro avviso non fisiologico, se pensiamo che in Francia ci sono 200 operatori sul libero mercato. Più operatori non significa maggiori offerte sul mercato; per questo siamo favorevoli a un albo dei fornitori. Serve quindi consapevolezza da parte dei clienti ma anche affidabilità degli operatori, in Italia così non è stato finora, con fornitori che hanno lasciato i clienti nei guai”.

Nell’attesa del passaggio formale al mercato libero c’è stata un’evoluzione darwiniana del consumatore? Risponde Shiva Mohammadian, brand strategy and guidance director presso Kantar: “Kantar analizza quello che il consumatore pensa relativamente a diversi mercati e diverse categorie. Il 2020 ha determinato una scala valoriale delle persone: non è un caso che i consumatori prestino più attenzione a brand orientati all’ecologia”, ma anche il prezzo e la semplificazione sono punti essenziali per una grande fetta dei consumatori. “Se vogliamo capire come riuscire a intercettare meglio i bisogni delle persone occorre osservare a cosa prestano attenzione i giovani”.

“La trasformazione è stata quasi più marcata nelle imprese che nei consumatori”, avverte Alessandro Marangoni, direttore scientifico dell’Irex Monitor. “La transizione ecologica è stata un driver importantissimo: se penso a Enel 10-15 anni fa e oggi, penso a una realtà completamente diversa sul piano della struttura industriale, dei servizi ai clienti. Il fine tutela, una situazione che si trascina da diversi anni, un numero molto elevato di operatori, ha un po’ disorientato il consumatore retail. Solo negli ultimi due anni, trascinato anche dalla spinta verde alle rinnovabili è cambiato molto. Rispetto ad altri settori delle utility l’energia ha risentito di queste incertezze. Negli ultimi due anni è praticamente raddoppiato il tasso di cambiamento del fornitore e di rinegoziazione coi fornitori esistenti, ma siamo lontanissimi dai tassi di turn over dei clienti di settori come la telefonia e internet”.

“Oggi in Italia sul lato imprese circa un quarto delle prime 100 imprese italiane è 100% rinnovabile, ma l’attenzione a questo aspetto da parte dei clienti retail è molto elevata. Oggi la digitalizzazione permette alle imprese di offrire servizi in modo completamente diverso rispetto ad anni fa, ma dal punto di vista del cliente la capacità di gestire la bolletta e i propri consumi le possibilità attuali anni fa parevano fantascienza”.

La chiave dei nuovi contratti saranno i servizi a valore aggiunto, conferma Lanzetta. “L’obiettivo che ogni consumatore, anzi utilizzatore deve avere è maturare una competenza che va oltre il singolo numero. Le comparazioni sul prezzo mi fanno ridere, perché non valutano cosa è compreso in quel prezzo. Sarà vincente per l’utilizzatore valutare i servizi a valore aggiunto”.

Quali sono i servizi più richiesti oggi? E davvero i consumatori, soprattutto quelli millennial, richiedono uno scenario più ecologico? “La semplicità è un elemento sempre più richiesto”, avverte Mohammadian, “i consumatori chiedono strumenti semplici per gestire i propri servizi”. I servizi a valore aggiunto possono creare una connessione forte con gli utilizzatori, una connessione che è anche emotiva col brand, e dunque l’aspettativa che hanno è molto più forte. Noi sottolineiamo l’importanza di differenziarsi rispetto al contesto così che i consumatori possano trovare i brand e i servizi più affidabili”. “La sostenibilità non è una moda del momento, ma il rischio è il greenwashing: le persone non si aspettano più che le compagnie dicano di essere sostenibili, ma si aspettano azioni concrete. Questo ancora di più se guardiamo le generazioni più giovani”.

Cosa è lecito aspettarsi sul fronte delle offerte? Lo ipotizza Marangoni: “C’è un cambiamento importante dell’offerta, si va verso il full service provider come nella telefonia: fornire un pacchetto di servizi e di prodotti completi. Sul fronte dei costi il tema è più articolato, e non vorrei che la fine maggior tutela induca ad aspettative eccessive. La bolletta ora è fatta di un costo dell’energia che è un terzo dell’importo complessivo, ma anche oneri di sistema, poi incentivi alle rinnovabili, trasporto, distribuzione. Negli ultimi mesi è calato il costo dell’energia grazie anche alle rinnovabili, che però richiedono uno sviluppo importante delle infrastrutture. Nel medio periodo è ragionevole aspettarsi un contenimento dei costi ma non il crollo che si è verificato nel sistema della telefonia”.

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