Respinto il deposito della lista Cappato, la prima ad aver depositato le firme digitali: “Ricorreremo”

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Non ha superato lo scoglio della commissione elettorale la lista Referendum e democrazia con Marco Cappato, che ha provocatoriamente scelto di portare solo firme digitali e non cartacee a sostegno dei suoi candidati.

Cappato consegna le liste in una chiavetta Usb, primi in Italia: accettata

A Torino, come nel resto d’Italia, i magistrati che hanno analizzato la documentazione presentata dagli attivisti hanno ricusato le loro candidature sostenendo che si tratti di sottoscrizioni che non rispondono ai requisiti imposti dalla legge elettorale. Tuttavia – concordano tutti – il tema è interessante e di estrema attualità anche per gli altri partiti.

“Il diniego di oggi non ci farà desistere – afferma Cappato – Nelle prossime 48 ore predisporremo i ricorsi urgenti affinché si adegui lo strumento digitale alle farraginose, quanto poco sicure o trasparenti, modalità di raccolta firme cartacee per la presentazione delle candidature per le elezioni politiche”.

Le due attviiste della lista Referendum e democrazia avevano esultato, ieri sera, quando i cancellieri della corte d’appello di Torino avevano deciso di accettare il deposito delle firme digitali che avevano raccolto in via telematica a sostegno delle candidature.

Le tenevano in tasca in una chiavetta Usb, mentre gli altri partiti portavano chili di fogli, chi in zaini pesantissimi chi in borse della spesa. “Siamo i primi in Italia”, avevano detto Maddalena Cavaglià e l’avvocata Paola Angela Stringa che aveva certificato le firme. A ruota gli attivisti si erano presentati anche nelle altre regioni ben consapevoli, tuttavia, che l’aver accettato un supporto informatico anziché i documenti cartacei non avrebbe significato che le forme sarebbero state considerate valide. E i timori si sono verificati, a Torino come ovunque.

In realtà una iniziale apertura al deposito delle firme digitali era avvenuto con i referendum, anche per rispondere alle limitazioni dell’emergenza Covid che rendevano difficile se non impossibile la raccolta delle firme per quelle consultazioni. Tuttavia non si è applicato lo stesso criterio per le prossime Politiche del 25 settembre. “Si sono interpretate restrittivamente norme datate senza tenere conto del progressivo ampliamento dell’uso della sottoscrizione digitale nonché il precedente del milione di firme online raccolte l’estate scorsa a sostegno dei referendum eutanasia e cannabis ritenute valide dalla Cassazione”, ha chiarito Cappato.

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