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Rete Internet, il fondo KKR e Fastweb in FiberCop. Società operativa. Il Garante impone due paletti

ROMA – Il fondo d’investimento KKR Infrastructure e Fastweb formalizzano il loro ingresso nel capitale di FiberCop, la nuova società che raccoglie due importanti pezzi della rete Internet: quella secondaria di Tim (che va dall’armadio in strada fino alle abitazioni dei clienti) e quella in fibra sviluppata da FlashFiber (alleanza che vedeva insieme Tim all’80 per cento e Fastweb al 20%).

FiberCop, dunque, da oggi è operativa con la missione di ampliare la rete in fibra già realizzata. La novità è che questa società apre la porta a partner e coinvestitori che vorranno condividere i vantaggi e il rischio d’impresa di questa avventura.

I partner potranno chiedere di entrare nel capitale azionario di FiberCop (prima ipotesi). Come seconda ipotesi, questi partner e coinvestitori potranno accedere agli armadietti ottici che FiberCop costruirà accanto ai palazzi (nelle aree più abitate del Paese, nere, e in quelle mediamente abitate, grigie).

Gli interventi saranno fatti in 1610 Comuni complessivi con l’obiettivo di raggiungere 12,9 milioni di unità immobiliari entro il 2025.

Operai installano la fibra  Una volta entrati negli armadietti ottici, i partner potranno attivare il servizio di connessione Internet ai clienti che hanno conquistato (ogni armadio avrà una media di 170 clienti raggiungibili).

Ovviamente questi partner dovranno pagare una cifra a FiberCop per ogni cliente che attiveranno: 8,5 euro. Nello stesso tempo, il partner (che potrebbe essere un’altra società di telecomunicazioni) dovrà garantire un minimo garantito a Fibercop, pari al 10 per cento dei potenziali clienti del Comune interessato.

Il minimo garantito dovrà essere assicurato a Fibercop per almeno 10 anni. Come schema alternativo, Fibercop avrà diritto a 3500 euro per l’accesso a ogni singolo armadio ottico per 20 anni.

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E’ stata Tim – socio di maggioranza di Fibercop – a stabilire queste condizioni economiche a carico dei partner e coinvestitori. Ora l’arbitro del settore (l’AgCom) darà una primo via libera a queste condizioni, che dunque sono ammissibili. Più avanti, l’AgCom verificherà se la concorrenza è davvero garantita dalle condizioni che Tim impone.

Al momento, però, l’AgCom ha fissato due paletti. Chiede che la nuova rete in fibra di FiberCop sia aperta, a un certo punto, anche a chi non vuole coinvestire. Il non coinvestitore accederà alla rete a partire dal 2025 (questa la proposta di Tim). L’AgCom ha chiesto anche che la fase di coinvestimento abbia una durata congrua. Su questo punto, Tim propone una durata di almeno 7 anni.

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Come annunciato il 31 agosto 2020, KKR Infrastructure entra in possesso del 37,5% di FiberCop versando 1,8 miliardi a Tim, sulla base di un valore d’impresa di circa 7,7 miliardi di euro (patrimonio netto 4,7 miliardi di euro); al tempo stesso Fastweb ha sottoscritto azioni FiberCop per il 4,5% del capitale della società. Per farlo ha conferito il 20% che possiede in FlashFiber, contestualmente incorporata in FiberCop. La società FiberCop è pienamente operativa a partire da oggi.

Per effetto del perfezionamento il Consiglio di Amministrazione di FiberCop sarà composto da nove consiglieri di cui cinque designati da Tim, tre da KKR Infrastructure e uno da Fastweb. Massimo Sarmi sarà presidente e Carlo Filangieri, amministratore delegato.

Si stima che FiberCop avrà un margine operativo lordo (Ebitda) di circa 0,9 miliardi di euro l’anno. Margine operativo lordo e flusso di cassa saranno positivi a partire dal 2025; dunque Fibercop non richiederà iniezioni di capitale da parte degli azionisti.

La società punta a portare la fibra nelle case delle famiglie e negli uffici delle imprese, con velocità di connessione fino a un Giga, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere.



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