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Riaperture, Decaro: “Chiedo al governo un patto per l’estate: sacrifici ora per salvare la stagione”

BARI – Ancora coprifuoco? E coprifuoco sia. Un altro passo di prudenza per salvare l’estate. “Perché, sia chiaro, anche io voglio vivere di notte. Ma accelerare i tempi può comportare problemi che vogliamo, dobbiamo evitare”, spiega Antonio Decaro, ingegnere, sindaco di Bari al secondo mandato e presidente nazionale dell’Anci.

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Matteo Salvini, però, vorrebbe cancellare la limitazione delle 22. Si va verso uno scontro?
“Ma no, il problema è più semplice. In Italia abbiamo un’autorità sanitaria nazionale che in questo momento ci dice che occorre mantenere il coprifuoco in modo da evitare assembramenti notturni. Quindi la politica che fa? Segue le indicazioni sanitarie e cerca soluzioni. Non è davvero il momento di dividerci”.

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Quali potrebbero essere le soluzioni?
“Una rimodulazione degli orari dei negozi per consentire ai ristoratori di avviare i turni della cena in anticipo. È un problema sentito soprattutto da Roma in giù, ma penso che con un po’ di organizzazione si possa fare. Comprendo le esigenze di chi ha subito gravi perdite sul piano economico. Però bisogna fare fronte all’emergenza pandemica e questo è un dovere di tutti”.

La preoccupa la movida?
“Certamente. Siamo ancora in piena epidemia. Non dimentichiamolo. Le restrizioni servono per salvare le vite”.

Lei che cosa chiede?
“Innanzi tutto vorrei dire che i sindaci italiani hanno sempre dimostrato enorme senso di responsabilità recependo le indicazioni delle autorità sanitarie anche quando hanno dovuto affrontare le proteste, in alcuni casi molto vivaci, delle categorie più penalizzate dalle restrizioni. E questo è un dato di fatto. Ecco, io oggi chiedo al governo un patto per l’estate”.

Si spieghi meglio.
“Accettiamo adesso qualche sacrificio in più pur di salvare le attività durante la stagione estiva. Allora sì, un blocco sarebbe un tracollo per le città, per l’economia, per la stessa tenuta sociale del Paese. Iniziamo ad affrontare bene la questione della ripartenza estiva. Ma non ci può essere nessuna ripartenza solida se adesso non dimostriamo di essere all’altezza”.

Lei hai visto le immagini di Londra e ha detto di aver provato rabbia nel guardare gli inglesi liberi nei parchi. Avrò anche visto gli israeliani senza mascherina.
“Certo, e ho provato subito un altro po’ di rabbia. Però poi, in fondo in fondo, ho assaporato un sentimento di speranza. Possiamo farcela, dobbiamo farcela”.

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È ottimista?
“Mah! Sono realista. La curva dei contagi sta scendendo, ma i casi sono ancora tanti. La campagna vaccinale sta spingendo nella misura in cui è possibile farlo con le dosi a disposizione. Se il governo conferma che a giugno avremo tutti gli over 60 vaccinati, allora si può iniziare ad essere un po’ ottimisti”.

E i giovani?
“Abbiamo deciso di proseguire secondo il criterio anagrafico e credo sia giusto perché le fasce di rischio sono quelle dell’età più adulta. È evidente che l’Italia tornerà in sicurezza quando tutta la popolazione e quindi anche i più giovani saranno immuni”.

Lei pensa che queste riaperture siano affrettate o, come dice Draghi, è un rischio calcolato?
“Mi affido sempre ai responsi delle autorità sanitarie. Sono loro a indicarci la strada, gli amministratori poi devono trovare le soluzioni più equilibrate. È evidente che è indispensabile mantenere molto alta la soglia di attenzione. Non si può sbagliare. E questo dev’essere chiaro a tutti”.



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